Home Cronaca Traffico illegale di rifiuti da Nord a Sud, 97 rinvii a giudizio

Traffico illegale di rifiuti da Nord a Sud, 97 rinvii a giudizio

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NAPOLI-CASERTA – Un milione di tonnellate di rifiuti pericolosi smaltiti illecitamente per anni, tra il Garigliano e Lago Patria, da un’organizzazione criminale ramificata in tutt’Italia. La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha concluso un’inchiesta, avviata quattro anni fa, con 97 richieste di rinvio a giudizio. Un elenco impressionante di sostanze nocive che le industrie del Nord avrebbero dovuto smaltire legalmente. Pur di risparmiare sui costi i titolari delle aziende hanno preferito affidarsi a boss e gregari del clan dei Casalesi e della camorra napoletana per trasportare clandestinamente i carichi nocivi nelle campagne dei Mazzoni.

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NAPOLI – Dai poli industriali del Nord alla provincia di Caserta ed in altre località del Centro-Sud. Questo il percorso di circa 1 milione di tonnellate di rifiuti pericolosi smaltiti illecitamente per anni da un’organizzazione criminale ramificata in tutta Italia. Il traffico è stato scoperto con un complessa indagine sviluppata dal Comando Carabinieri per la tutela dell’ ambiente (Reparto operativo e Noe di Caserta), che ha portato alla richiesta di 97 rinvii a giudizio da parte del pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), Donato Ceglie. Associazione per delinquere, disastro ambientale, avvelenamento di acque, realizzazione e gestione di discariche abusive, getto pericoloso di cose, truffa ed abuso di ufficio i reati contestati. «Si tratta – ha spiegato il maggiore Antonio Menga, comandante del Reparto operativo dei carabinieri per la tutela dell’ambiente – della più grossa inchiesta mai fatta in Italia nel campo della gestione illecita dei rifiuti». Le indagini, spiegano i carabinieri, sono iniziate alla fine del 1999 a seguito di un sequestro eseguito in un impianto di conglomerati bituminosi nella zona del napoletano. Successivamente, le attività investigative si sono sviluppate in ambito nazionale ed hanno portato all’accertamento dello smaltimento illecito di circa un milione di tonnellate di rifiuti pericolosi, dalla natura particolarmente tossico-nociva e con rischi cancerogeni: polveri da abbattimento fumi delle industrie siderurgiche e metallurgiche, ceneri da combustione olio minerale, morchie oleose e di verniciatura, pitture e vernici di scarto contenenti solventi organici non alogenati, fanghi da trattamento acque di processo di depurazione di industrie chimiche ed acque reflue industriali, inchiostro di scarto, melme acide, fanghi di potabilizzazione e chiarificazione delle acque. A reggere le fila del lucroso traffico era un circuito criminale sostenuto da legami e connivenze fra ditte di trasporto rifiuti, agenzie di intermediazioni, centri di stoccaggio, attività di recupero rifiuti e impianti di smaltimento. I rifiuti provenivano dai poli industriali situati in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana principalmente da industrie siderurgiche, metallurgiche, cartarie e conciarie e, attraverso ditte compiacenti abilitate al trasporto, all’intermediazione, al recupero ed allo stoccaggio, venivano smaltiti illegalmente in siti localizzati in provincia di Caserta, nonchè in altre località di Umbria, Lazio, Campania, Calabria, Puglia e Sardegna.

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