martedì, Luglio 22, 2025
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Omicidio irrisolto, dopo 13 anni svelato il mistero

Dopo 13 anni, il corpo martoriato trovato tra i rifiuti ha un nome. Si tratta di Mario Scala e a dichiararlo è il pentito Ciro Sarno, boss di Ponticelli collaboratore di giustizia. Era il 1997, e il Giuglianese era nell’ennesima emergenza rifiuti che fece saltare i piano di un atto di pubblica violenza della camorra. Secondo quanto riportato dal quotidiano «Il Mattino» quel tronco mutilato senza testa, con altri pezzi di corpo sparsi in posti diversi, che nessuno seppe dargli un nome, un sesso, una provenienza era di Mario Scala, un uomo che aveva deciso di allontanarsi dal clan per vivere una vita normale. Per giorni si indagò in più direzioni, senza riuscire a chiudere un caso macabro e misterioso. Nel 1997, nessuno seppe dire chi fosse quel cadavere smembrato, amputato e dato alle fiamme, ritrovato a pezzi in vari contenitori della spazzatura a Giugliano.
Dopo 13 anni la verità. A raccontarla alla Dda di Napoli il boss di Ponticelli Ciro Sarno, uno che da mesi sta riempiendo verbali di una collaborazione con la giustizia data come esplosiva. Di omicidi ne ha fatti e confessati a decine: «si chiamava Mario Scala, lo feci ammazzare io, l’ordine di ucciderlo partì dal carcere. Mi dissero che stava per collaborare con la giustizia e lo volli morto».Seguono particolari agghiaccianti, scene volutamente pulp: Mario Scala fu ucciso, gli vennero mozzati gli arti, poi fu decapitato. Per ordine dei boss di Ponticelli, i suoi resti vennero gettati in due o tre contenitori della spazzatura, a Giugliano, quasi da monito buono a scoraggiare altre possibili forme di collaborazione con la giustizia. Doveva essere trovato in queste condizioni, il cadavere di quel ragazzo che aveva provato a dissociarsi dalla camorra, evidente volontà di spettacolarizzare un regolamento di conti interno. Dimezzo si misero i rifiuti, i cumuli di spazzatura ammassata sui marciapiedi, e le fiamme delle montagne di monnezza, fiamme che finirono col divorare anche i resti di un ragazzo che aveva osato mettere in discussione la propria fede nella camorra.

Per giorni, il giallo di quel corpo devastato e dato alle fiamme rimase sui giornali, qualcuno azzardò l’ipotesi di riti tribali, cerimonie woodoo, una vendetta maturata nel racket della prostituzione, poi il caso finì nel dimenticatoio, arciviato. Poi, qual che mese fa, il racconto messo agli atti. (Fonte Il Mattino)