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domenica, Giugno 30, 2024
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LA MARCIA DEGLI STUDENTI NAPOLETANI SU ROMA

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DALL’INVIATO A ROMA
Gli “Studenti in movimento”, i professori “disobbedienti”, gli “okkupanti inkazzati” , le mille voci della protesta contro il nuovo progetto di legge della scuola, l’avevano annunciato. “Niente Foligno? Pazienza. Tutti a Roma” : contro gli Stati generali anche la rete studentesca della Campania si è mossa. “Inseguiremo la Moratti ovunque”. Da Napoli ieri mattina sono partiti a centinaia. Destinazione piazzale Douhet, a Roma. Rumorosi, arrabbiati ma pacifici. Tutti rigorosamente a volto scoperto. Dalla Laurentina fino al piazzale dell’Industria passando per via Cristoforo Colombo e via America a ritmo di musica techno.Le voci scalmanate che esplodono dagli altoparlanti, rinforzate da motti spensierati e corse improvvise. Ogni istituto ha sfoderato i suoi striscioni, i suoi cori, gli slogan accuratamente preparati nei lunghi giorni di “okkupazzione”. Ma alla fine ad assediare gli Stati generali non ci sono riusciti: sfiniti forse dal freddo, dalle lunghe settimane di autogestione, da giorni nelle pizza delle rispettive città. Hanno preferito contestare con allegria, tra cori, salti e balli. A Napoli il raduno per Roma alla stazione centrale di piazza Garibaldi era alle 7. Ma ce n’erano in tanti già alle prime luci dell’alba. In un angolo della sala, un gruppetto di ragazzi, tutti maschi, riposano sui divanetti: li aspetta una giornata intensa. Ma la musica, nonostante l’ora, non manca. A fare da colonna sonora le note dei 99 posse e di Vasco Rossi. Intanto altri gruppi, sempre più numerosi, arrivano: coca-cola alla mano, già dalle 7. Nessuno fuma, almeno per ora. Il treno parte: destinazione Poggio Laurentino. Alle 11 sono già tutti lì, puntualissimi. Da Napoli ci sono le rappresentanze del “Vittorio Emanuele”, i più numerosi, dell’ “Alberti”, dello “Sbordone”, del “Genovesi”, del “Settimo”, del “Decimo”, dell’ “Undicesimo”. Ma non mancano agguerrite delegazione delle superiori di provincia: ci sono i ragazzi del “Segrè” di Marano, del “Cartesio” e del “De Carlo” di Giugliano. E poi le scuole di Salerno, Caserta. Loro, un piccolo spaccato delle diecimila storie della piazza romana. Balli, canti e tanti cori per intonare gli slogan della “scuola dei sogni”. Tutti in strada per manifestare il loro sdegno alla riforma che “smantellerà la scuola pubblica”. Sguardo acceso, tre strati di magliette addosso e fascia rossa tra i capelli spettinati uno studente recrimina: “Vogliamo una scuola libera. La proposta del ministro arretra tutti i principi di uguaglianza del sapere, mortifica tutto quello che i nostri genitori sono riusciti a conquistare”. Dietro lo slogan “Demorattiziamo la scuola”, gli studenti puntano il dito contro il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti e la bozza preparata dal professor Bertagna: il documento più letto e commentato del momento. Altri ragazzi napoletani hanno preparato uno striscione contro la guerra: uno slogan, banale forse (“peace and love”) ma pur sempre inossidabile nei decenni, senza schierarsi con o contro l’America, senza voler far polemica. Semplicemente dichiarando un desiderio comune a tutti loro: la pace.
Roma è blindata. Immobile. Incastrata nel traffico del Gran raccordo anulare. Tutte le serrande dei negozi abbassate, migliaia di poliziotti in assetto antisommossa, qualche elicottero che sorveglia dall’alto. Fa freddo, ma gli studenti non sembrano badarci troppo. Giovani della stessa età si confrontano in una pacifica dimostrazione: intrecciano amicizie, condividono sentimenti e… qualche spinello di troppo. I ragazzi del “Vittorio Emanuele” non si fanno mancare gli approvvigionamenti: alle 10 circa cornetti per tutti, festosamente condivisi con gli amici “di piazza”. Quelli dell’ “Alberti” si sono attrezzati con i panettoni. Le ragazze napoletane, poche forse, saltano agli occhi: attillatissimi pantaloni neri, con corpetti che esibiscono l’ombelico sommerso nelle carni turgide e criniere africane. Loro, i ragazzi, non sono da meno: magrolini, rapati, occhiali da sole e piercing.
E mentre fuori infuria la protesta, nel blindatissimo Palacongressi dell’Eur la discussione sulla riforma continua. Cosa ne pensano -chiediamo- dell’apertura del ministro ai ragazzi ? “Sono tutte balle, lì dentro –ci dice Giuseppe, dello “Sbordone”- si sta facendo il funerale alla scuola pubblica”. “La tua riforma cara Letizia –si legge su uno striscione del “Segrè”- la buttiamo nell’immondizia”. Ma ce ne sono per tutti, anche per Berlusconi. “Scuola in lutto, Moratti sbaglia tutto”, “Scuola in vendita: un affare” tra i tanti. In corteo anche gli universitari di Napoli. Sguinzagliati tra la folla i no-global di Francesco Caruso, le tute bianche di Caseretti, i giovani del “Genoa Social Forum” di Agnoletto. E poi le sigle sindacali, professori da tutta Italia. Dentro il Palacongressi intanto si decide il futuro della scuola.

La protesta studentesca. Ecco tutti i link su internapoli:

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