giovedì, Luglio 31, 2025
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Omicidio Granata: chiesti sei ergastoli

Omicidio Granata, il
pubblico ministero chiede la condanna
all’ergastolo per tutti gli imputati, ad eccezione del collaboratore di giustizia Oreste
Spagnuolo. Ieri, dinanzi la Corte d’Assise
del tribunale di Santa Maria Capua Vetere,
il pm della Dda Cesare Sirignano, al termine della sua requisitoria, ha chiesto di
condannare al carcere a vita Setola, Cirillo, Perham, Di Raffaele, Russo e Letizia
per l’assassinio di Raffaele Granata. Per
Oreste Spagnuolo, definito dal magistrato
“determinante per smantellare il gruppo
Setola”, invece, sono stati invocati 14 anni
con il riconoscimento delle attenuanti previste per i collaboratori di giustizia. Il pubblico ministero non ha voluto fare differenze tra mandanti, esecutori materiali, favoreggiatori e specchiettisti. Tutti meritano,
secondo la Dda, l’ergastolo. La pubblica
accusa si è soffermata sulle figure di Loran
John Peram e di Ferdinando Russo che,
pur non avendo materialmente partecipato
all’organizzazione del delitto del titolare
del lido “La Fiorente”, padre dell’allora
sindaco di Calvizzano, Giuseppe
Granata, “hanno agito nella piena consapevolezza di aiutare dei latitanti e degli
assassini”. Giovanni Letizia, invece,
avrebbe premuto il grilletto della stessa
arma, a detta del pm, utilizzata per l’assassinio di Michele Orsi, mentre sul luogo
dell’assassinio vennero trovati gli stessi
bossoli rinvenuti a seguito della strage di
Castelvolturno. Mandanti dell’efferato
agguato Setola e Cirillo, all’epoca latitanti.
Per Giuseppe Setola, Alessandro Cirillo,
Giovanni Letizia, Carlo Di Raffaele, Ferdinando Russo e Loran John Peram, quindi,
il pubblico ministero ha invocato una pena
all’ergastolo con un anno di isolamento
diurno. Per Spagnuolo una condanna a 14
anni. L’omicidio di Raffaele Granata si
inserisce nell’ambito delle decine di assassini che tra il 2008 e il 2009, nel corso
della latitanza del killer Setola, insangiunarono la provincia di Caserta. A morire
sotto decine di colpi di arma da fuoco fu,
in quel caso, Raffaele Granata, 70enne,
padre di Giuseppe, allora sindaco di Calvizzano. Il delitto avvenne l’11 luglio
2008 a Marina di Varcaturo. Verso le
8.30, Granata, dopo aver aperto l’esercizio
commerciale, si trovava in uno stanzino
del piccolo bar adiacente la struttura dello
stabilimento e stava sistemando le bibite
quando fecero irruzione i due sicari. Il suo
corpo venne crivellato di colpi. All’origine
dell’attentato una denuncia presentata alcuni anni prima relativa ad alcune richieste
estorsive. Per quell’oltraggio, Setola ne
avrebbe sentenziato la condanna a morte.
(Antonella Giannattasio – Cronache di Napoli)