mercoledì, Luglio 30, 2025
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Il Tribunale di Napoli Nord ad Aversa tra paradossi e opportunità

Un Anno fa, quando la riforma della geografia giudiziaria era in procinto di approdare in Parlamento, nessuno avrebbe scommesso una lira sul fatto che il Tribunale di Giugliano, ancorché ridenominato Tribunale di “Napoli Nord”, si sarebbe fatto e per di più ad Aversa. Oggi, a poco più di due mesi dall’inaugurazione, avvocati e sindaci provano a ribellarsi al Ministero della Giustizia e affidano le ultime speranze alla Corte Costituzionale. Devo ammettere che anch’io, che pure avevo descritto un simile scenario in un articolo di un anno fa, non potevo immaginare un tale epilogo.
Nel vedere sui media la foto dei sindaci di Napoli Nord inscenare una protesta davanti a Castelcapuano per attirare l’attenzione del Ministro Cancellieri, mi sono a lungo interrogato sulla strana vicenda del tribunale di Napoli Nord e nel cercare di ricostruire per quanto possibile la vicenda, insieme a superficialità e approssimazioni, per non dire di stupidi campanilismi e gretti calcoli economici, ho potuto apprezzare la determinazione del Ministero di Grazia e Giustizia rispetto alla necessità di decongestionare il tribunale di Napoli, considerato, evidentemente, ingessato e inefficiente, nell’ambito di una operazione di razionalizzazione delle strutture giudiziarie mai vista prima, che in tutta Italia taglia ben 31 Tribunali e 220 Sezioni Distaccate di Tribunale.
Il count down è fissato al 13 settembre 2013. A partire da allora, le udienze dovranno celebrarsi nei nuovi uffici giudiziari, compreso il tribunale di Napoli Nord con sede presso il Castello aragonese di Ruggero II il Normanno in piazza Trieste e Trento ad Aversa.
A meno di colpi di scena, dunque, che possono certamente ancora avvenire in quella che a tratti sembra una telenovela dal sapore latino americano, il tribunale di Giugliano in Campania istituito nel 1999 insieme al tribunale di Tivoli, vedrà la luce dopo ben 14 anni di attesa.

Ma perché ad Aversa e non a Giugliano o a Marano che a lungo ha conteso la prestigiosa sede giudiziaria?
E, soprattutto, perché un tribunale chiamato Napoli Nord sorge in provincia di Caserta?

Una cosa è certa, non si è trattato di un disegno precostituito. Nessun elemento può far pensare a una cosa del genere. Che il tribunale di Napoli fosse notevolmente congestionato lo si sapeva da più di 15 anni e non è dunque un caso che nel 1999 viene istituito il tribunale di Giugliano. Ciò che stupisce, invece, è che, proprio il comune italiano che più è cresciuto, in termini di case e di popolazione, negli ultimi 20 anni, è anche quello che non è riuscito, nemmeno a immaginare, la costruzione di una cittadella giudiziaria che potesse ospitare il tribunale. È così, di fronte all’assoluta latitanza del comune di Giugliano, con evidenti gravi responsabilità della provincia e della regione, che nel frattempo hanno avuto la possibilità di gestire milioni di euro di fondi europei, dopo 13 anni, nel 2012, il governo, chiamato a rivedere la geografia giudiziaria, non abbandona l’idea di istituire un terzo tribunale provinciale e anzi rafforza quell’idea prendendo due importanti decisioni: cambia il nome da “Giugliano in Campania” a “Napoli Nord” e rivede la base territoriale togliendo l’area flegrea, che quindi resterà in forza al tribunale di Napoli, e inserendo l’area grumese-frattese fino ad arrivare a Casoria e Caivano.
Un’autentica rivoluzione che agli occhi di molti è il via libera per l’insediamento del tribunale a Marano, comune da sempre rivale a Giugliano, già sede della pretura e poi di una sezione distaccata del tribunale di Napoli. Ciò avviene, occorre aggiungere e sottolineare, nell’ambito della vasta operazione di razionalizzazione giudiziaria che cancella centinaia di uffici italiani tra cui le sezioni distaccate del tribunale di Napoli istituite a Frattamaggiore, Casoria, Afragola e Marano che, senza l’istituzione del nuovo tribunale, sarebbero state repentinamente eliminate trasferendo uffici, magistrati e personale amministrativo a Napoli così come avviene in molte zone d’Italia.
La decisione, come è noto, scatena polemiche e vere e proprie schermaglie comunali nel territorio a nord di Napoli. Situazione che, unitamente alle difficoltà del comune di Marano di restituire uffici pienamente operativi per settembre 2013, deve aver spinto via Arenula a immaginare l’insediamento del nuovo tribunale ad Aversa, città normanna attualmente in provincia di Caserta che ha storia, uffici e infrastrutture adeguate ad ospitare un vero e proprio tribunale.
È così che si spiega, molto probabilmente, l’ulteriore modifica della circoscrizione territoriale del tribunale di Napoli Nord avvenuta in sede di approvazione definitiva il 7 settembre 2012 con lo strappo dell’agro aversano dal tribunale di S. Maria Capua Vetere e il suo contestuale inserimento nel circondario del tribunale di Napoli Nord.
Il resto è storia di questi giorni, allorquando il Ministro, dopo aver strenuamente difeso una riforma che i partiti, se non fosse stato per il perentorio e risolutivo intervento del Presidente Napolitano, erano pronti a rinviare, ha non solo confermato che la riforma procede fino in fondo, ma ha rivelato come anche il tribunale di Napoli Nord sorgerà senza alcun ritardo poiché il castello aragonese di Aversa è pronto ad ospitarlo.

Non c’è dubbio, per Giugliano è una sconfitta indecorosa. Senza appello! Tra l’altro molto amara da digerire a pochi mesi dal commissariamento per camorra. Verrebbe quasi la voglia di intonare un De Profundis per un comune che, dotato di grandi numeri geografici, sul piano civile, sociale, economico e culturale sembra sprofondare sempre più in una crisi irrimediabile. Se non fosse per la straordinaria dote di energie giovanili, femminili, associative, religiose e contadine di cui ancora gode.
Una sconfitta non solo per Giugliano, ma per l’intero hinterland a nord di Napoli che paga decenni di isolazionismo, individualismo, campanilismo e assoluta dipendenza napolicentrica come ampiamente dimostrato in un recente studio economico-territoriale (“Le sfide della governance territoriale nella Campania (in)felix” – Roma, 2012).
E non v’è dubbio alcuno che si tratti, invece, di una vittoria di Aversa, la storica città Normanna, da sempre invidia dei giuglianesi. Aversa è sempre stata un punto di riferimento per Giugliano che, certamente, non ha mancato di combattere per l’autonomia, riuscendo in più occasioni a vincere le proprie battaglie, come nel Settecento, quando riuscì a rompere la secolare dipendenza fiscale dall’Università di Aversa per passare a quella di Napoli, come la storia della Carta del Fioravanti magistralmente ricostruita da Nicola De Chiara in “Aversa e i suoi Casali nel Settecento” (Aversa 2011) ci dimostra.
Eppure, questa straordinaria e certamente paradossale storia geografico-giudiziaria ci dice qualcosa di più. In fondo, la storia non può essere così assurda con gli uomini. Una ragione da qualche parte pure ci dovrà essere. Evidentemente, l’idea che l’area a nord di Napoli, in questo momento, possa tentare un dialogo con l’area aversana in stile Liburia non è affatto un’idea astrusa. Probabilmente, in questo arcano anfratto storico può nascondersi un’importante opportunità territoriale che sarebbe da stupidi sottovalutare o bistrattare sotto l’impeto di inutili campanilismi di bottega.
Certo, occorrerà un po’ di tempo per rendere fluide certe relazioni ed aprire le porte a nuovi scenari economico-territoriali, ma se la ricerca dell’efficienza nel tribunale di Napoli possa condurre a tali inattesi e per certi aspetti sorprendenti risultati, allora bisogna anche essere responsabili e capaci di cogliere i nuovi messaggi della realtà.

Appendice
Al fine di facilitare un’analisi del come si è arrivati a tale assurda conclusione della vicenda del Tribunale di Giugliano in Campania, riportiamo di seguito alcuni estratti della relazione tecnica ministeriale al decreto e dell’indagine conoscitiva avviata dalle competenti commissioni parlamentari che hanno reso il parere al decreto in sede di approvazione da parte del governo nel luglio del 2012.
In particolare, risulta particolarmente interessante l’audizione del Procuratore Colangelo del 18 luglio 2012. Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, come del resto faranno praticamente molti altri soggetti, pone in luce la difficoltà di lasciare il nuovo Tribunale di Napoli Nord senza procura e quindi senza gli uffici requirenti che gravando su Napoli avrebbero creato non pochi problemi di gestione e di logistica. A tal proposito, il procuratore, oltre a suggerire l’accorpamento della procura al tribunale di Napoli Nord, suggerisce anche diverse alternative pratiche, tra cui l’accorpamento delle sezioni distaccate di Frattamaggiore, Afragola e Casoria. Ma, su questo punto, il procuratore resterà praticamente inascoltato, perché la decisione finale sarà quella di accorpare la procura. Resterà, dunque, in piedi la preoccupazione, espressa dallo stesso procuratore, che testualmente dice “l’istituzione di un tribunale con ufficio di procura (…) determinerebbe dei problemi quanto alla coerenza dell’impostazione del contrasto alla criminalità organizzata in una zona come quella, (…)”. Insomma, ci resta un dubbio atroce, ovvero se il decongestionamento del Tribunale di Napoli avvenga in realtà a spese della lotta sul territorio alla criminalità organizzata.
Leggendo i diversi pareri, ad ogni modo, si capisce come questa preoccupazione passerà in secondo piano, prevalendo la volontà di decongestionare e razionalizzare. Si capisce, infatti, come, l’inserimento nel parere della Commissione Giustizia della Camera approvato il 1° agosto 2012 dell’opportunità di spostare l’agro aversano da questa parte, il Ministero sia assolutamente determinato a procedere fino in fondo nell’operazione, nonostante i pareri non proprio positivi dell’Associazione Nazionale Magistrati e del Consiglio Superiore della Magistratura.
Ci siamo astenuti sulla possibilità di criticare l’atteggiamento governativo del razionalizzare, che per la verità non ci convince affatto, poiché in nome di un’efficienza economica interna imposta da una spending review piuttosto criticabile sul piano stesso dell’efficienza e dell’economicità di gestione, conduce a un ridisegno della geografia giudiziaria condotto a tavolino dal centro, sulla base di criteri matematico-statistici che non tengono conto alcuno delle realtà territoriali e, soprattutto, dell’opportunità di far funzionare realmente gli uffici giudiziari, piuttosto che limitarsi ad effettuare tagli sistematici su basi razionalizzanti. Ma, tant’è, ci siamo astenuti perché abbiamo inteso cogliere le opportunità nascoste di un tale provvedimento che, in vero, ci paiono molto più interessanti della critica e della dimostrazione populistica.

PICCOLA RASSEGNA RAGIONATA DI ATTI E DOCUMENTI

Decreto Legislativo 3 dicembre 1999, n. 491
“Istituzione di nuovi tribunali e revisione dei circondari di Milano, Roma, Napoli, Palermo e Torino, a norma dell’articolo 1 della legge 5 maggio 1999, n. 155”

(Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 302 del 27 dicembre 1999. Rettifica G.U. n. 6 del 10.1.2000)

Art. 2. Istituzione del tribunale ordinario di Giugliano in Campania e revisione del circondario dei tribunali compresi nel distretto della corte d’appello di Napoli.
1. Nel distretto della corte di appello di Napoli sono istituiti il tribunale ordinario di Giugliano in Campania, con giurisdizione sul territorio dei comuni di Giugliano in Campania, Qualiano, Villaricca, nonché sui comuni attribuiti alle sezioni distaccate di Marano di Napoli e Pozzuoli ai sensi del comma seguente, e la procura della Repubblica presso il tribunale di Giugliano in Campania.
2. Nel circondario del tribunale di Giugliano in Campania sono istituite la sezione distaccata di Marano, avente giurisdizione sul territorio dei comuni di Calvizzano, Marano di Napoli, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, e la sezione distaccata di Pozzuoli, avente giurisdizione sul territorio dei comuni attualmente ricompresi, ai sensi della tabella A allegata al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, nella sezione distaccata del tribunale di Napoli di Pozzuoli.
3. Nel circondario del tribunale di Napoli e istituita la sezione distaccata di Casoria, con giurisdizione sui comuni di Arzano, Casavatore, Casoria.

DECRETO LEGISLATIVO 7 settembre 2012, n. 155
Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell’articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148. (12G0177) (GU n.213 del 12-9-2012 – Suppl. Ordinario n. 185 ). Entrata in vigore del provvedimento: 13/09/2012.

Art. 2 Modifiche al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, e disposizioni di coordinamento.

(…)
2. Il tribunale di Giugliano in Campania e’ rinominato in «tribunale di Napoli nord».

Parere dell’Associazione Nazionale Magistrati sullo schema di decreto legislativo relativo alla nuova organizzazione dei Tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, in attuazione dell’articolo 1, comma 2, della legge 148/ 2011).
(…)
Non possiamo che evidenziare come i problemi derivanti dalla mancata realizzazione del tribunale di Giugliano in Campania, formalmente istituito nel 1999 e mai realizzato, non possono essere risolti con un semplice cambio di denominazione, in tribunale di Napoli nord, che probabilmente meriterebbe per altro una denominazione autonoma, collegata al territorio sul quale insisterà. (…) I magistrati del distretto di Napoli chiedono al Consiglio Superiore della Magistratura e agli organi rappresentativi nazionali della Associazione Nazionale Magistrati di ribadire con forza che la progettata riforma potrà produrre in questo territorio gli effetti sperati solo se il tribunale di Napoli nord sarà completo del’ufficio inquirente e della sezione Gip e sarà dotato di un organico autonomo e proprio, adeguato al territorio, alla popolazione, alla densità criminale e come già detto, a “ruolo zero”.

Estratto Testo Audizione del Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Giovanni Colangelo resa il 18 luglio 2012 dinanzi alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
(…)
Andando, però, nel dettaglio, devo dire che ciò che presenta maggiori criticità e che, generalmente, non è accettato in questi termini, è l’istituzione del tribunale di Napoli nord. Cercherò di ricapitolare, per grandi linee, le obiezioni mosse. Al di là del vizio di delega, rappresentato anche dal presidente del Consiglio dell’ordine forense, per cui vi sarebbe un eccesso di delega in relazione al preesistente tribunale di Giugliano, non si tratta soltanto di un cambiamento di denominazione, ma vi è anche una diversa previsione circoscrizionale, i problemi più rilevanti vengono dall’individuazione di un ufficio giudicante senza il corrispondente ufficio requirente.
Ho cercato di rendermi conto delle ragioni di tale scelta, sia leggendo la relazione al provvedimento sia svolgendo alcune personali riflessioni. Credo che la considerazione di evitare la frammentazione delle conoscenze – da parte degli uffici requirenti in zone a elevato indice di criminalità mafiosa – risponda a finalità virtuose, cioè appare quanto mai opportuno. Non sempre la presenza sul territorio di procure circondariali consente di tenere costantemente monitorato il fenomeno mafioso. Tuttavia, la previsione di un tribunale senza procura ha sollevato quasi unanimi obiezioni da parte di tutti i soggetti interessati: dell’ordine forense, dello stesso ufficio di procura, e anche dell’Associazione nazionale magistrati.
Io individuo una serie di problemi pratici e operativi. Tutti lavoriamo in condizioni di carenza di risorse e l’istituzione di un ufficio giudicante – sia pure non troppo lontano, ma che comunque svolga complete funzioni di giudizio, a eccezione di quelle concernenti il GIP-GUP, che rimarrebbero a Napoli – alla fine determinerebbe la necessità di spostamenti, di logistiche veramente complesse e alle quali difficilmente si potrebbe far fronte garantendo altrettanta efficienza. Mi riferisco, in particolare, alla celebrazione dei processi collegiali o, addirittura, della corte d’assise. Un ufficio di procura distante alcuni chilometri, con spostamento di automobili, di magistrati, taluni sottoposti a tutela, comporterebbe un viavai continuo di atti, di carte e di persone con disagi veramente notevoli. Non so quanto a questo si potrebbe far fronte con un ufficio di procura sul posto, considerato che qui ci troveremmo di fronte a una nuova frammentazione di un ufficio laddove, invece, la logica va nel senso dell’accorpamento, per cui, a fronte di una generale opposizione all’istituzione di questo tribunale per i motivi che ho sommariamente delineato, vi è la prospettazione di alcune possibilità alternative. Una potrebbe essere l’istituzione di un tribunale con ufficio di procura che, però, a mio avviso – è la mia personale opinione, sebbene non condivisa da alcuni – determinerebbe dei problemi quanto alla coerenza dell’impostazione del contrasto alla criminalità organizzata in una zona come quella, che è, poi, la base del provvedimento legislativo. L’altra soluzione potrebbe essere quella dell’accorpamento di talune sezioni distaccate. Attualmente, le sezioni distaccate del tribunale di Napoli sono otto: la riduzione di queste sedi mediante accorpamento di più uffici o il mantenimento di qualcuno già presente potrebbe essere la giusta via di mezzo tra la situazione attuale e quella che si intende prospettare. Le sezioni di Afragola, Casoria e Frattamaggiore, ad esempio, potrebbero essere accorpate in un unico ufficio giudiziario che potrebbe trovare ubicazione nella sede di Casoria. La sede di Ischia, dove insistono diversi comuni con problematiche legate all’utenza, potrebbe rimanere e così altre soluzioni come quella, per esempio, di Marano che, essendo un ufficio di grosse dimensioni, potrebbe essere mantenuto. La sezione distaccata di Portici, che praticamente è alle porte di Napoli, secondo un’opinione abbastanza comune e diffusa potrebbe, naturalmente, rientrare nel tribunale di Napoli e, quindi, essere accorpata a questo. Non sta a me indicare quali siano le migliori forme di accorpamento, che dallo schema normativo vedo necessariamente collegate a studi legati ad alcune percentuali, alla popolazione, all’indice di lavoro, di produttività, però questa che ho fornito è una traccia di lavoro.
Peraltro, l’istituzione del tribunale di Napoli nord andrebbe incontro a una serie di problemi di non poco conto, anche laddove fosse prevista così come è nello schema di decreto oppure con l’ufficio di procura. Vi sono problemi di istituzione e di reperimento degli edifici giudiziari in una zona che mi pare non disponga neppure di un piano regolatore. Questo determinerebbe una serie di obblighi e di assunzione di spese notevolissima in un momento in cui, mi pare, si cerchi di pervenire a un contenimento delle spese.
Non abbiamo neanche la possibilità di prevedere i tempi di realizzazione di un’opera di questo genere e si tenga conto, oltretutto, che il tribunale di Giugliano, previsto da una norma che credo risalga al 1999, addirittura a oggi, dopo circa 13 anni, non è stato ancora istituito per i problemi che ho appena accennato. Partire, dunque, adesso con una prospettiva che si pone così incerta, così lontana nel futuro, così dispendiosa e con problemi legati proprio alla sistemazione logistica locale, darebbe luogo, a opinione dei più, ma anche mia personale, a problemi addirittura superiori rispetto a quanto prima ho evidenziato.

CSM – Consiglio Superiore della Magistratura. Parere sullo schema di decreto legislativo: “Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, in attuazione dell’art.1, co. 2, della Legge 14 settembre 2011, n. 148” approvato dal Consiglio dei Ministri del 6 luglio 2012. (Delibera consiliare dl 26 luglio).
(…)
A tale attuazione della delega si accompagna, peraltro, una ulteriore disposizione, con la quale si prevede che le funzioni di giudice per le indagini preliminari per i procedimenti di competenza del tribunale di Giugliano siano andate ai corrispondenti uffici del Tribunale di Napoli. Orbene, tale accorgimento, obbligato e conseguente alla mancata previsione di una Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli nord, può comportare, oltre agli evidenti problemi di deroga alla competenza territoriale, talune difficoltà organizzative. Il Tribunale di Napoli, anzitutto, dovrebbe tener conto della necessità di destinare una parte del proprio personale di magistratura alle funzioni da assolversi con riferimento al procedimento del limitrofo e distinto circondario, coordinando le proprie attività anche nell’attuazione della successiva fase dibattimentale da svolgersi presso il tribunale di Giugliano. La soluzione individuata nel provvedimento, inoltre, non sembra possa produrre alcuna significativa riduzione del carico di procedimenti del Tribunale di Napoli, non essendo a tale ufficio sottratta la fase delle indagini preliminari.
Si potrebbe pertanto suggerire, al fine di evitare una evidente distonia del quadro ordinamentale, di costituire presso il Tribunale di Giugliano una apposita Procura della Repubblica, adeguando l’organico dei magistrati giudicanti in modo tale da consentire loro anche lo svolgimento delle funzioni relative alla fase delle indagini preliminari. Tale auspicata soluzione non inciderebbe negativamente sulla professionalità acquisita in relazione ai reati di criminalità organizzata, atteso che la dispersione delle conoscenze e delle abilità è esclusa dal fatto che si tratta di delitti attribuiti alla DDA, che si connota quale ufficio distrettuale e che ha sede nel capoluogo campano. In alternativa, si potrebbe scegliere di accentrare presso il solo Tribunale di Napoli le competenze civili e penali di tutte le soppresse sezioni distaccate. E a tal riguardo, vi è da evidenziare che tale soluzione sarebbe coerente con quelle adottate in altri, analoghi, uffici giudiziari metropolitani. In effetti, l’idea di creare un nuovo Tribunale nella provincia napoletana pare non armonizzarsi con gli interventi complessivamente previsti per gli altri Tribunali metropolitani, per nessuno dei quali si è immaginata la duplicazione, mentre i giusti obiettivi della legge delega di decongestionamento” sono stati perseguiti o con la valorizzazione dl altri Tribunali sub metropolitani e sub provinciali, appunto non soppressi, ma rinforzati con cessione di competenze del Tribunale metropolitano ovvero col mantenimento di Tribunali anche di ridotte dimensioni.

Parere della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati approvato il 1° agosto 2012.
(…)
d) nel distretto di Napoli, la istituzione del tribunale di Napoli Nord, che sostituisce quello di Giugliano istituito nel 1999 e mai realizzato, è assolutamente inadeguata a decongestionare il Tribunale di Napoli, in quanto, come rilevato dal Consiglio Giudiziario di Napoli, dall’Anm e dal CSM, non è prevista una procura ad esso specificamente collegata, è privo anche dell’ufficio GIP, ha un organico esiguo rispetto ad un bacino di utenza pari a 690.000 abitanti ed all’alta densità criminale. Diversa la valutazione potrebbe avere, proprio per garantire la funzionalità degli uffici e un’adeguata risposta alla criminalità organizzata, la istituzione di un secondo tribunale sub provinciale dotato di proprio ufficio di procura circondariale, che possa decongestionare Napoli ma anche riaffermare un presidio di legalità in zone ad alta densità camorristica, comprendendo oltre ai comuni delle sezioni di Afragola, Casoria, Frattamaggiore, Marano di Napoli (680.000 abitanti) anche il territorio della sezione distaccata di Aversa (244.000 abitanti).

Ministero della Giustizia. Relazione tecnica allo schema di Decreto Legislativo.
(…)
Tutto questo nell’ambito di un programma nazionale che impone comunque di ridurre il numero complessivo degli uffici giudiziari di primo grado e che non può non avere un saldo negativo (nel senso della riduzione), con riferimento al rapporto tra il numero dei tribunali esistenti e quello risultante all’esito dell’intervento.
In particolare, nelle grandi aree metropolitane di Roma, Milano, Torino e Palermo sono stati seguiti i criteri di razionalizzazione di cui alle lettere a) e b), con le modalità precisate nelle singole schede relative ai rispettivi distretti di corte d’appello; a Napoli, viceversa, si è optato per un approccio di tipo differente, più funzionale ad una corretta gestione del servizio giustizia e ad un utilizzo ottimale delle risorse disponibili, con particolare riferimento al tribunale di Giugliano in Campania, istituito ma mai effettivamente operativo.
Devesi, infatti, rilevare come il distretto di Napoli sia caratterizzato da una concentrazione di popolazione per kmq davvero impressionante, nonché da una vasta area metropolitana particolarmente congestionata e interamente di competenza del tribunale di Napoli, secondo soltanto al tribunale di Roma per popolazione ma sostanzialmente equivalente a quest’ultimo per indici di sopravvenienza e carichi di lavoro per magistrato (rispettivamente 198.136 e 569,4 per Napoli e 221.304 e 583,9 per Roma).
Le statistiche dimostrano come – verosimilmente anche a causa dell’eccessiva dimensione del tribunale – la produttività è particolarmente bassa (569,4) collocando l’ufficio giudiziario al 97° posto su 165 nella classifica della produttività.
Nel passato, un tentativo di razionalizzare il territorio attraverso l’opportuna creazione di un secondo tribunale sub-provinciale, quello di Giugliano in Campania, è rimasto lettera morta a causa dell’impossibilità di individuare una sede per la nuova struttura.
Rianalizzando la questione sembra più opportuno un intervento di maggiore radicalità in grado di decongestionare a fondo il tribunale di Napoli attraverso l’accorpamento dei territori attualmente di competenza delle sezioni distaccate di Afragola, Aversa, Casoria, Frattamaggiore e Marano di Napoli al tribunale di Giugliano in Campania, da rinominarsi in tribunale di «Napoli Nord», con un bacino di utenza di 680.618 abitanti con corrispondente riduzione del bacino di utenza del tribunale provinciale di Napoli. In particolare, nel parere della Commissione Giustizia della dei Deputati della Camera si è suggerito di ricomprendere in tale tribunale anche il territorio della sezione distaccata di Aversa (come inizialmente non previsto), che attualmente fa parte del circondario di Santa Maria Capua Vetere. Quest’ultima indicazione è apparsa di particolare pregio e meritevole di accoglimento nella considerazione che essa vale ad allentare la pressione giudiziaria sul tribunale di Santa Maria Capua Vetere, caratterizzato da carichi di lavoro e sopravvenienze davvero imponenti.