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lunedì, Giugno 17, 2024
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OCCUPAZIONI, LA CARICA DEI CENTO…LSU

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QUALIANO – La rivolta dei cento. Piazza Rosselli in subbuglio. I lavoratori socialmente utili (Lsu) di Qualiano, messi alle strette, stringono d’assedio il comune. Dopo l’ennesimo slittamento per la nascita della società mista, hanno deciso braccare l’amministrazione. Detto. Fatto. Lo scorso venerdì sera è montata la protesta. Una contestazione violenta, le invettive contro gli amministratori, l’assalto ai camion della Nettezza Urbana, le sirene spiegate dei carabinieri. Attimi concitati di trambusto, la rissa sfiorata. Ma ecco come sono andate nel dettaglio le cose. Giovedì gli Lsu addetti alla Nettezza Urbana non ritirano la spazzatura in segno di protesta. Era stato loro promesso che sarebbero stati assunti a tempo indeterminato in una società mista, tale “Qualiano multi- servizi spa” , la cui costituzione, dopo vari rinvii, era prevista per il 7 febbraio .Le azioni del gruppo sarebbero state così ripartite: il 51% al Comune, il restante 49% all’agenzia “Italia lavoro”. Così non è stato. Dopo lunghi anni di promesse, la società stenta a partire.
Venerdì, al fine di arginare i disagi per il prelievo dell’immondizia, il Comune stabilisce l’uscita dei camion della spazzatura, precettando i veri spazzini di Qualiano , impiegati prima degli Lsu. Ma i socialmente utili non ci stanno. Lo stesso giorno bloccano i 4 tir della spazzatura. Dalle 19 all’una di notte è un susseguirsi di carabinieri, autorità, assessori, curiosi. Passa il tempo, sale la tensione. E’ quasi mezzanotte quando arriva il sindaco Michele Schiano, assieme ad alcuni consiglieri di maggioranza. Vengono pesantemente contestati, si arriva quasi alle mani. Piazza Rosselli, teatro della protesta notturna, su cui si snoda il traffico cittadino, è completamente bloccata. Nella piazza facce di tutte le età; le storie si ripetono, drammaticamente uguali, cambia solo la data di scadenza del progetto. I lavoratori socialmente utili sono in tutto 92, di cui 34 addetti al settore NU. La retribuzione è fissata da un sussidio dell’INPS e da un’integrazione comunale: in tutto poco più di 800 mila lire al mese. In campagna elettorale, a sentire gli interessati, i candidati, successivamente eletti, pare siano stati particolarmente prodighi nel lanciarsi in programmi e promesse generose. Ma ora i precari tuonano il loro disappunto affinché la macchina burocratica in cui si ingolfano le promesse vada oliata e messa in funzione.Finalmente, è quasi l’una di notte, una delegazione viene ricevuta dal primo cittadino. Si sedano gli animi, l’incontro slitta al mattino successivo. Rigorosamente a porte chiuse. Una riunione lunga e snervante, che fin dall’inizio sembra senza sbocco. Il comune si limita a fare vaghe promesse, informano dalla riunione, si sprecano i «vedremo» e il clima si scalda. Minimizza il primo cittadino: “La costituzione della società mista è solo slittata per motivi burocratici. Manca solo l’atto di costituzione, a breve sarà formalizzato”.
Gli Lsu intanto, in segno di distensione, sono tornati ai loro posti. Lanciano però l’ultima scadenza: martedì mattina, termine entro il quale la questione andrà definita. Si dicono pronti anche ad atti estremi. Ieri sera è stato convocato un incontro urgente a porte chiuse tra le sigle sindacali, una rappresentanza degli Lsu, il sindaco e gli assessori coinvolti. L’esito sarà noto solo questa mattina. Il braccio di ferro minaccia intanto di aprire una nuova fase di tensioni sociali.

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