Home Varie Punture di meduse: ecco alcuni rimedi efficaci per evitare complicazioni

Punture di meduse: ecco alcuni rimedi efficaci per evitare complicazioni

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Ogni estate in molte zone costiere si registra la presenza delle meduse, incubo per moltissimi turisti a causa dei oro tentacoli urticanti che, una volta entrati in contatto con la nostra pelle, provocano una reazione molto fastidiosa, fino al punto di generare complicazioni metaboliche con effetti allergenici anche molto gravi. In casi estremi c’è perfino il rischio di uno shock anafilattico.

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Azione. Per molti anni si sono diffuse informazioni circa rimedi “fai da te” che spesso si rilevano inefficaci e perfino contro producenti. Responsabile della reazione allergica sulla nostra pelle, sono le “cnidociti”, cellule presenti nei tentacoli delle meduse utilizzate per difendersi dai predatori e per paralizzare le loro prede, con un’azione neurotossica.

Sintomi. Una volta entrati in contatto con i loro tentacoli, possono verificarsi una serie di sintomi, che variano anche a seconda del tipo di medusa. Si passa infatti da una sensazione di bruciore iniziale, fino a prurito, più o meno insistente, reazione cutanea diffusa, problemi respiratori, mal di testa, nausea, vertigini, vomito, stato confusionale, fino a shock anafilattico. Gli stadi più gravi sono più rari. In casi normali, gli effetti della puntura si limitano ad un senso di bruciore sulla zona che entrata in contatto con l’animale, con conseguente prurito, che svanisce in un arco di tempo che varia da pochi minuti e qualche ora. Alcuni rimedi possono favorire la scomparsa o l’attenuazione degli effetti.

Prevenire. Quando ci si trova davanti a una medusa, la prima cosa da fare è quella di evitare di farsi prendere dal panico. Le meduse seguono le correnti e se ci agitiamo, rischiamo di farle avvicinare ulteriormente con il rischio di venire attaccati. La reazione migliore in questi casi è quella di allontanarsi dalla medusa evitando mosse brusche, con piccoli movimenti.

Semplici rimedi. La prima cosa da fare quando si entra in contatto con i suoi tentacoli, è restare calmi e sciacquare con acqua (anche quella marina), rimuovendo eventuali filamenti che sono rimasti attaccati sulla nostra pelle: essi contengono le cellule che rilasciano le neurotossine, per farlo possiamo raschiare la zona colpita con una paletta da spiaggia o qualcosa che assomiglia ad un bancomat (tanto per capirci) e applicare un gel al cloruro di alluminio che ha effetto astringente e lenitivo.

Nei casi più gravi. In genere l’effetto si attenua dopo pochi muniti, fino a sparire del tutto nel giro di qualche ora. Se al contrario, gli effetti non si placano dopo breve tempo, il consiglio è quello di recarsi presso un pronto soccorso o chiamare un’ambulanza nel caso in cui i sintomi dovessero essere peggiori rispetto al prurito o al bruciore.

Errori comuni. Partendo dal fatto che in genere gli effetti sono limitati nel tempo, si sconsiglia di attuare altri tipi di rimedi rispetto a quelli descritti fino ad ora. C’è il rischio infatti, di provocare perfino delle complicazioni. L’uso dell’urina infatti, spesso erroneamente consigliata perché contenente ammoniaca, può provocare effetti imprevisti, quali ad esempio infezioni anche gravi. Strofinare con sabbia o una pietra calda (altro rimedio tradizionale considerato inefficace) può funzionare solo se la temperatura supera i 50 gradi e in molti casi, la temperatura della sabbia, non raggiunge livelli così elevati e quindi, non avrebbe alcun effetto.

Proteggere la zona interessata. Evitare di esporre la parte interessata ai raggi diretti del sole e proteggere con un filtro solare 50+, il rischi infatti è quello di provocare danni all’epidermide con la conseguente comparsa di un macchia che in futuro, potrebbe non essere rimossa facilmente.

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