sabato, Luglio 19, 2025
HomeCronacaInchiesta De Siano, nelle intercettazioni spunta anche Cesaro jr. I Pm: «Campagna...

Inchiesta De Siano, nelle intercettazioni spunta anche Cesaro jr. I Pm: «Campagna condotta con clientele e buoni per il Bingo»

Fu una gara a chi portava più tessere e i più solerti vennero premiati con incarichi nelle partecipate della Provincia: tra loro Giuseppe Perrella, componente del collegio sindacale della Sapna (o almeno così risulta dal sito). Una gara nell’interesse di Domenico De Siano e Luigi Cesaro, in cui ebbe un ruolo importante anche il figlio di quest’ultimo, Armando, consigliere regionale di Forza Italia (non indagato,ndr). La campagna di tesseramento per il Pdl del 2012 viene ricostruita nei dettagli, grazie alle intercettazioni, nella richiesta di custodia cautelare che i pm Maria Sepe e Graziella Arlomede hanno inviato nei mesi scorsi al gip Claudia Picciotti nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per la raccolta dei rifiuti a Monte di Procida, Lacco Ameno e Forio d’Ischia. Il procacciamento di tessere a ogni costo, scrivono i pm, «non è fatto penalmente rilevante». Ma è «utile per comprendere i legami esistenti tra la politica, i pubblici amministratori e le modalità operative del gruppo, che non si risparmierà nel ricompensare le persone che si sono impegnate per il congresso». Pur di ottenere i documenti da utilizzare per il tesseramento, gli uomini di De Siano offrivano buoni da dieci euro per giocare al Bingo. Emerge in particolare da una conversazione tra Oscar Rumolo, factotum di de Siano, a sua volta ricompensato con incarichi in Eav e Ges.En., e il consigliere comunale di Forio Vito Manzi

Oscar: «Eh, il Bingo hanno fatto, hanno fatto».

Vito: «Dieci euro a persona e tutti facevano la tessera… Stamattina stava De Siano che stava nel Bingo, ma io già sapevo… Però fanno una cosa troppo sfacciata».

Da altre telefonate emerge poi che la richiesta dei documenti di identità era come una pesca a strascico. Rumolo si dimostra infaticabile.

Oscar: «Senti, allora, noi stiamo facendo il tesseramento del pdl per Domenico. Dovresti prendere la tessera di identità tua, di tuo padre…».

Antonio: «Allora io di sicuro in famiglia riesco a recuperarle tutte quante: mia sorella, mia moglie, mio padre, mia mamma, i miei zii. Quante te ne servono?».

Oscar: «Se ne puoi fare una quindicina, una decina».

Antonio: «E vedo di aggiungere qualche altro parente, allora».

Rumolo riferisce puntualmente a De Siano, che chiama «signor capo», ma anche ad Armando Cesaro, cui si rivolge chiamandolo «don Armando».

Oscar: «Io domani verso mezzogiorno, le 13 sto a Napoli. Ci vogliamo vedere per quegli elenchi che tu dicesti?»

Armando: «Sì io l’unico problema Oscar è che sto fisso a Sant’Antimo… Sto fisso qua per fare il congresso».

Quando si decide di aprire un seggio a Ischia, il partito invia l’onorevole Lombardi col compito di vigilare. De Siano, ovviamente, è agitatissimo, ma Rumolo sa come agire. E così, scrivono i pm, «le operazioni di voto venivano decise a tavolino, completamente manipolate, per favorire i candidati graditi alla nomenclatura di partito. Inoltre si svolgevano sotto il fittizio controllo di un funzionario di partito, Lombardi, che anziché vigilare sulla regolarità delle operazioni di voto, godeva di un piacevole week end nelle locali stazioni alberghiere, ospite di Domenico De Siano, uno dei principali registi dell’operazione».

Tra quanti vengono ricompensati per la loro attività durante il tesseramento, i magistrati citano Giuseppe Perrella, che per esempio si incarica di ritirare le tessere prodotte dalla segreteria puteolana di Filippo Monaco e di portare ai Cesaro a Sant’Antimo. Pochi mesi dopo, Perrella sarà nominato componente del collegio sindacale della Sapna, con un compenso, sempre stando al sito, di 33.000 euro all’anno: ne parla lui stesso con Rumolo. Scrivono i pm: «Un dato colpisce della conversazione. Perrella non solo è sorpreso per la sua nomina, ma soprattutto non ha alcuna cognizione dell’attività che si appresta a svolgere».

Oscar: «Allora, ha detto “tutto a posto” lo zio presidente!».

Giuseppe: «Lo zio presidente, eh… Ma speriamo una cosa buona, Oscar».

Oscar: «No, è buona, è buona».

Giuseppe: «Non è che è qualche pacco come hanno fatto a quello…».

Oscar: «No, è buona, è una dei livelli… Sapna e Ctp sono le migliori perché sono i gioielli di famiglia… E lo zio che ha detto, lo zio?».

Giuseppe: «No, niente, sono andato a ringraziare… Quello mi disse: “Dammi un coso là, come si dice… un curriculum”… Stamattina all’improvviso mi hanno fatto una telefonata ed hanno detto: “Può venire in settimana”. Ed io non sapevo neanche che c… era, infatti sono andato a vedere sul sito di che cosa si tratta, però non so se è buono. Non lo so. Boh, non so niente»

fonte: Titti Beneduce, Corriere del Mezzogiorno