Giù le mani da Sarri. Mai vista una cosa del genere. Il tecnico del Napoli ha detto una cosa che in campo si dice in continuazione. In campo se ne dicono di tutti i colori, non diciamo eresie. Da che calcio è calcio certe cose sono all’ordine del giorno. Mamme e sorelle dei calciatori volano. E la mascolinità degli avversari è da sempre messa in dubbio.
In tutte le partite se ne dicono di cotte e di crude. Da sempre. Sono cose che succedono da sempre. E restano in campo.
Invece se ne è voluto fare un caso. Due sono le cose: o Mancini è stato colto su un punto debole, ed eventualmente è un problema suo, anzi non è un problema per nulla, per amor di Dio. Ma è difficile pensare che in tanti anni di calcio a Mancini non sia stato detto mai nulla del genere: lui come tutti i calciatori sarà stato offeso ed avrà offeso centinaia di volte. Perché lo ha detto solo in questa circostanza?
Allora a pensar male di fa peccato ma spesso si indovina: è un attacco a Sarri e al Napoli. Si sta cercando di provocarlo, di metterlo in difficoltà.
La cosa più vergognosa è stata il teatrino televisivo. Hanno detto che Sarri è indifendibile, che ha detto una cosa inaudita. Come se nessuno di loro avesse mai saputo quello che si dice in campo.
Un attacco al Napoli, il primo attacco mediatico verso una squadra che inizia davvero a fare paura.
Ieri abbiamo avuto la plastica dimostrazione, ove mai ve ne fosse bisogno, del perché a Napoli (mettiamoci anche Roma, anche se dal punto di vista dei mass media nella Capitale stanno messi molto meglio) è difficilissimo vincere. Già abbiamo avuto sentore nelle ultime partite di quello che ci aspetta dal punto di vista arbitrale: appena gli avversari entrano in area di rigore e c’è un contatto calcio di rigore. Ma poiché questo forse non basta, ecco l’attacco mediatico furibondo di ieri sera. Ma cosa è successo ieri sera? In campo nulla. Mancini si è alzato dalla sua panchina per fare una sceneggiata verso il quarto uomo, e Sarri lo ha apostrofato con un insulto. Da manuale del calcio. Succede, ma…
Succede di perdere la testa a chi sta perdendo. Chi vince, solitamente, prova un sottile piacere in casi del genere. Anche in campo la reazione di Mancini non ha senso. A meno che non sia stato punto sul vivo, ma questo è un problema (anzi, non c’è problema) solo suo. Quello che Mancini ha fatto a freddo, davanti alle telecamere è diverso. Sembra quasi che abbia voluto creare il caso.
Lo spettacolo penoso però non è stato (solo) di Mancini: allucinante quando è successo nel salottino della Rai. Tutti a dare addosso a Sarri, definito indifendibile. Anche uno come Gianni Di Marzio, napoletano ed allenatore, si è guardato bene dal difenderlo. Anzi, dopo aver pronunciato all’inizio parole sensata, poco dopo si è scatenato. Non possiamo dirlo con certezza, ma la sensazione è che in un momento si pausa sia stato anche imbeccato. La Rai, con una trasmissione di nicchia, su un canale che nessuno vede, improvvisamente si è trovata tra le mani la gallina dalle uova d’oro, la polemica che montata ad arte ha fatto il giro del mondo. Conoscendo come vanno queste cose non mi scandalizzo. Ma a tutto c’è un limite. Arrivare ad affermare che offese del genere non si sono mai sentite su un campo di calcio, ed equiparare le minacce che i tifosi del Genoa hanno fatto a Gasperini, ad un’offesa sul campo di gioco è assolutamente ridicolo.
Ma la lezione di ieri deve far capire anche un’altra cosa: Sarri ieri sera è stato abbandonato a se stesso dalla società. De Laurentiis parla solo quando ci sono da prendere gli applausi, la società non c’è. Ieri sera al fianco di Sarri, per difenderlo anche dagli attacchi degli altri giornalisti, doveva esserci qualcuno dell’Ufficio stampa, che doveva pretendere di restare in collegamento per far valere anche le ragioni Sarri. Invece Sarri è stato mandato allo sbaraglio lui che inevitabilmente a certi teatrini non è avvezzo.
Ancora una volta l’unico che ci ha messo la faccia è stato Reina, che per altro non è giornalista e non è neanche padrone al 100% della lingua italiana.
Alla Juve e lo diciamo in questo caso con un senso di ammirazione, una cosa del genere non sarebbe mai successa. Quando hanno dovuto difendere il loro allenatore processato e condannato per una storia di illecito sportivo la società tutta si è schierata al suo fianco. Sarri è stato lasciato da solo. Esattamente come da solo fu lasciato qualche anno da De Sanctis accusato non si sa bene di cosa per non aver esultato dopo un gol di Cavani. Gli scudetti si vincono anche così: il Napoli meriterebbe di vincerlo per i tifosi, per l’allenatore, per la squadra. La società è da… salvezza tranquilla.
di Liberato Ferrara su www.persemprenapoli.it