sabato, Luglio 19, 2025
HomeCronacaGiugliano. 'Puff Village', a rischio prescrizione il processo che coinvolge politici, imprenditori...

Giugliano. ‘Puff Village’, a rischio prescrizione il processo che coinvolge politici, imprenditori e camorristi

L’operazione fu battezzata “Puff Village” e coinvolse più di 30 persone tra politici, ex amministratori, imprenditori e camorristi. Ancora una volta nell’occhio del ciclone finì la terza città della Campania con i suoi 130mila abitanti e un territorio devastato dal cemento selvaggio. Quel processo, adesso, rischia la prescrizione, almeno per parte dei suoi imputati.
Davanti alla VII sez. collegio IV del Tribunale Penale di Roma si è tenuta nei giorni scorsi l’ennesima udienza durante la quale le parti sono state chiamate a discutere in ordine alle ipotesi di prescrizione delle imputazioni non aggravate dall’art. 7 di stampo camorristico. Il pubblico ministero ha chiesto ai sensi dell’art. 129 c.p.p. il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per tutti i reati contestati e non aggravati dall’art 7 non potendo, a suo avviso, all’esito del materiale probatorio sin qui raccolto, arrivare a chiedere una pronuncia assolutoria.

Inoltre siccome tra i reati contestati vi è anche la lottizzazione abusiva, il pm ha chiesto la confisca delle aree dove insistono i fabbricati sequestrati, alla luce della giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea). Le parti civili, soprattutto in rappresentanza delle persone che in buona fede hanno acquistato gli immobili, hanno discusso sostanzialmente facendo valere la buona fede degli acquirenti e chiedendo la non confisca con il dissequestro degli immobili e delle aree. Alla prossima udienza, fissata per il 3 febbraio, discuteranno invece i difensori degli imputati secondo cui per i membri della commissione edilizia (che esprimevano un parere tecnico non vincolante a volte subordinato alla realizzazione di alcune opere di urbanizzazione) ci sarebbe la completa estraneità al disegno criminoso prospettato dalla pubblica accusa. Gli avvocati difensori chiederanno l’assoluzione con conseguente dissequestro delle aree. Per i soggetti gravati dall’art. 7 si finirà l’istruttoria e, all’esito, si discuterà delle loro posizioni

La guardia di finanza sottopose a sequestro preventivo un intero parco (L’Obelisco) da 98 appartamenti e un albergo per un valore complessivo di 20 milioni di euro. Immobili realizzati a mezzo di concessioni edilizie che il comune di Giugliano non avrebbe dovuto rilasciare poiché il complesso da edificare era in contrasto con i piani urbanistici, per questo tra gli indagati ci sono anche tre ex sindaci del comune, due dei quali Pasquale Basile e Giacomo Gerlini hanno amministrato nel ’93 e nel 2003 e un altro, Francesco Taglialatela che all’epoca dei fatti era assessore all’Urbanistica e componente della commissione edilizia, l’ex assessore ai Lavori pubblici Arturo Botta, l’ex ingegnere capo dell’Ufficio Tecnico Vittorio Russo, tecnici comunali ed altri.

I reati contestati sono lottizzazione abusiva, falsi in atto pubblico e truffa edilizia aggravata dalle finalità dell’agevolazione camorristica dei clan Mallardo e Nuvoletta. Ancor più grave è il fatto che l’amministrazione comunale successivamente, per regolarizzare la situazione, ha rilasciato concessioni di sanatoria illecite fondate su 105 atti di condono.

Il cemento non si è fermò nemmeno davanti all’antica Via Appia, orrendamente sfregiata dalla lottizazione abusiva, resa possibile dai clan con la compiacenza di politici ed amministratori. Stando alle ricostruzioni degli investigatori, i rilievi fotografici aerei della zona furono modificati in maniera tale da mostrare che l’antica strada romana risultasse al di fuori della zona destinata all’insediamento abitativo. Ma oltre al vincolo storico-paesaggistico, ce n’era un altro, quello aereonautico: l’area fu normalmente sorvolata da aerei militari della vicina base Nato e per questo le abitazioni furono costruite con un tetto leggermente più basso, da qui il nome dell’operazione: “Puff Village”.

Secondo le indagini di Dda e Guardia di finanza, le amministrazioni locali avrebbero fatto di tutto per «regolarizzare» il Parco L’Obelisco che sulla carta era un complesso turistico-alberghiero, ma in realtà era stato destinato ad area residenziale, fino al punto di rilasciare concessioni in sanatoria illecite in quanto fondate su atti di condono del tutto falsi e aventi ad oggetto lavori non ancora eseguiti alla data dell’apparente inoltro della richiesta.