Alla fine la montagna ha partorito il topolino, come volevasi dimostrare il tourbillon di accuse mosse a puro scopo mediatico , e francamente anche ipocrita, ha portato alla squalifica di mister Sarri per sole due giornate perdipiù da scontare nella sola Coppa Italia del prossimo anno. Le urla delle “verginelle” di turno che volevano il tecnico toscano addirittura squalificato per 4 mesi, dopo che ha perso la testa nel finale di gara con l’Inter, non sono state accolte (e bisogna dire stranamente…) dal famigerato, per noi tifosi napoletani, giudice sportivo Tosel. Sarri ha avuto modo di toccare con mano cosa vuoglia dire la tensione dell’essere stati catapultati nel calcio che conta, quello di vertice, con le relative insidie di chi le sta cominciando a provare tutte per intaccare la stabilità interna della formazione azzurra, mai così convincente dagli anni post-Maradona fino ad oggi.
Nel frattempo emergono anche i precedenti di Roberto Mancini che nel 2001 apostrofò platealmente, dando anche lui del “fr…o”, direttamente ad un giornalista della Gazzetta dello Sport, reo a suo dire di aver scritto articolo che non era piaciuto all’allora tecnico della Fiorentina. Un motivo in più per capire come fosse tutto architettato per portare sulla graticola e sotto le fauci della stampa caccia del mostro mediatico, Maurizio Sarri, reo forse di essere l’ultimo dei romantici del calcio (come lui stesso si è definito) ed anche quello meno calcolatore e avvezzo a questo mondo marcio e poco incline alla rettitudine quale è il football italico.
