Il 26 Gennaio non è un semplice
giorno del calendario come tutti
gli altri. Rappresenta, invece, il
viatico per il futuro politico di
Giugliano. Per martedì, infatti, è
fissata l’udienza al Tribunale Amministrativo
Regionale del ricorso,
presentato dal Movimento
Cinque Stelle, per brogli elettorali
e conseguente annullamento del
verbale di proclamazione degli
eletti. Circa mille pagine di allegati
come prova secondo i grillini
“di una serie di illeciti amministrativi
commessi”. Dito puntato contro
la lista di Forza Italia
presentata dal candidato sindaco
Luigi Guarino, che non avrebbe
potuto partecipare alla competizione
elettorale per un’irregolarità
nell’autenticazione. La firma sarebbe
stata apposta da un funzionario
del comune di Pozzuoli,
Luigi Gaudino. Un dirigente di
un altro Comune, però, non
avrebbe potuto autenticare le
firme per una lista del comune di
Giugliano. Stesso motivo per il
quale il Consiglio di Stato escluse,
a Quarto, il Partito Democratico
dall’ultima competizione elettorale.
Nella documentazione presentata
al Tar, comunque, si fa
riferimento anche a presunte anomalie
verificatesi nei seggi, a verbali
incompleti, a difformità
riscontrate in alcuni simboli e alla
“strana fuga” del 50% dei presidenti
di seggio il giorno prima
delle elezioni. Sindaco e consiglieri
di maggioranza, nelle interviste
rilasciate al nostro giornale,
hanno sempre dichiarato di “attendere
con serenità l’esito del ricorso”
che, ricordiamo, se fosse
accolto comporterebbe lo scioglimento
dell’attuale amministrazione
comunale e un nuovo
commissariamento. I legali sono
Il Tar si dovrà esprimere sull’esposto presentato dai grillini: nel mirino procedure irregolari e brogli
Riccardo Marone per l’Amministrazione
e Giuseppe Perullo per
i consiglieri comunali. Ad opporsi,
per la minoranza, è stato
solamente Luigi Guarino, candidato
a sindaco del centrodestra
alle ultime Amministrative. Decisione
opposta per il Pd che ha deciso
invece di appoggiare i grillini
presentando ricorso ad adiuvandum.
In caso di accoglimento del
ricorso del M5S, i democrat ne
trarrebbero immediato vantaggio
essendo stata la prima lista
esclusa dal ballottaggio. Qualora
Poziello e gli altri oppositori dovessero
vincere il ricorso, ci sarà
un’altra patata bollente da affrontare:
la questione “incompatibilità”.
Il caso è stato sollevato
sempre dal M5S , secondo cui, dal
primo cittadino, un assessore e
dieci consiglieri, sarebbero state
commesse “gravi violazioni delle
procedure previste dalla normativa
che prevede che tutti gli amministratori
pubblici siano tenuti
a dichiarare se hanno in essere
debiti o contenziosi con l’Istituzione
che si accingono ad amministrare”.
L’esistenza di tali debiti
rappresenterebbe un evento ostativo
al ruolo di amministratore
pubblico, come previsto dal Testo
Unico degli Enti Locali.