Qualcuno, probabilmente a ragione, pensa che Mancini possa aver fatto un grande regalo al Napoli: con la sua puerile “sparata” ha ottenuto un paio di risultati che certamente non auspicava. Sostanzialmente è rimasto isolato nel mondo del calcio. Non è una questione di omofobia (per quanto il mondo del calcio sia estremamente maschilista, anche se è politicamente scorretto ammetterlo), quanto per aver violato la sacralità del terreno di gioco.
Tra dieci giorni, a voler esagerare, nessuno ricorderà più il presunto razzismo di Sarri, ma i tifosi ricorderanno la presunta omosessualità del tecnico dell’Inter: quindi anche a livello mediatico un autogol.
Ma le dichiarazioni di Mancini hanno avuto un benefico effetto sulle cose di casa Napoli. Hanno cancellato a monte ogni eventuale polemica, ogni avvio di crisi, dopo la sconfitta. E’ passata in cavalleria l’eliminazione nella manifestazione che oggettivamente è più semplice da vincere. Sarri, e siamo perfettamente in linea con la sua scelta, ha preferito mandare in campo le seconde linee, puntando al campionato. Scelta comprensibile, ma che non avrebbe mancato di generare critiche. Non è successo nulla, meglio così.
Le dichiarazioni di Mancini hanno in un colpo solo compattato l’ambiente napoletano. Siamo in fase di mercato e, a dirla tutta, non è che il Napoli si sia mosso in modo impeccabile sin qui. E’ un argomento spinoso, tutto messo a tacere. Tutti, squadra, società, tifosi, giornalisti, si sono stretti intorno a Sarri. Anche in un contesto delicato, su un tema scivoloso come questo.
Non si è riusciti neanche a creare un clima di antipatia intorno a Sarri, sin qui oggetto di unanime consenso. Nessuno si è mosso a favore di Mancini. Non un collega, non un calciatore. Mihajlovic, che è suo amico, ha detto che Sarri ha sbagliato a non tener conto della sensibilità del Mancio (implicita conferma della presunta omosessualità? Montella ha rimproverato a Sarri non quello che ha detto, ma di non aver tenuto conto delle telecamere: singolare tesi, anche perché le telecamente stavolta non c’entrano nulla, è stato Mancini a rivelare il contenuto del litigio. Indirettamente è stato ancora una volta bacchettato il tecnico dell’Inter che ha portato fuori un qualcosa che non è che non si poteva dire, ma che non si doveva far sapere all’esterno.
Gli unici, probabilmente per motivi di auditel a montare il caso sono stati alcuni giornalisti televisivi: l’interista Mentana ne ha fatto addirittura la notizia di apertura del suo TG. Certe cose non meritano neanche di essere commentate, non per motivi di corporazione, ma proprio perché non meritano neanche di striscio di essere menzionati.
E’ mancato infine e in maniera clamoroso il tentativo di danneggiare il Napoli con una mega squalifica del tecnico azzurro: c’era chi invocava addirittura 4 mesi, col divieto di prendere parte anche agli allenamenti. Alla fine la squalifica di 2 giornate è assolutamente ingiusta, perché se passa questa tesi, ossia chi insulta un avversario viene squalificato, la domenica si farebbe fatica a mettere in campo 11 giocatori; ma è una squalifica inevitabile dopo le polemiche, e tutto sommato sopportabile.
La sensazione è che il tentativo, studiato a tavolino o meno poco importa, di destabilizzare il Napoli è fallito. Sotto tanti punti di vista il Napoli esce rafforzato da questa settimana di veleni. E il non dover giocare più in Coppa Italia è un bel vantaggio…
Ora però c’è da vincere a Marassi. Purtroppo in questo folle campionato in cui tutti inizialmente giocavano a perdere, se non vuoi perdere la testa non hai altro da fare che vincere sempre.
di Liberato Ferrara su www.persemprenapoli.it