Home Cronaca Casoria: giù il solaio della scuola, lavori sotto accusa

Casoria: giù il solaio della scuola, lavori sotto accusa

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Casoria. È un terremoto di macerie, polvere e pietre dure, le travi che dondolano come impiccati, piegate e ferite da quella furia scatenata, il tetto che non c’è più e si intravede solo il cielo, che stamattina è di un pazzo blu elettrico, sforacchiato qua e là da poche nuvole tenui. I morti, dove sono i bambini morti? Ci si indaga negli occhi, come a san Giuliano di Puglia in quell’orrido ottobre di tre anni fa. Silenzi che urlano. Raccapriccio. Sgomento. E invece no, per fortuna – ma solo per una fortuna che meriterebbe le maiuscole – qui bambini morti non ce ne sono. E nemmeno adulti. E nemmeno feriti. Questione di orario. E di buona sorte. O di chissà quale amica mano protettrice. Niente morti. Né feriti. Alle 5.30, quando il solaio dell’auditorium della scuola media «cardinal Maglione» in via Pietro Nenni a Casoria, è venuto giù in un boato da Medio Oriente, non c’era ovviamente ancora nessuno. I circa quattrocento alunni, e i professori e tutti gli altri, sarebbero arrivati di lì a qualche ora. E una parte degli allievi, almeno una sessantina, si sarebbe recata proprio nell’auditorum collassato, come era abitudine quasi ogni mattina in questa scuola che sa aggregare e insegna l’arte di stare insieme. 140 metri quadrati, 130 poltroncine, due tavoli da conferenza, un impianto audio-video comprensivo di maxi-schermo e tante suppellettili: «Ora – dice una mamma che ancora trema tutta – sta tutto lì sotto, brandelli maciullati sotto il peso del grande crollo. Venti giorni. Solo venti giorni fa erano terminati nell’auditorium i lavori di impermeabilizzazione del solaio, iniziati nello scorso mese di gennaio…». I lavori, ecco. Erano stati disposti dal Comune, perchè la struttura è di proprietà municipale. Dice Giuseppe De Luca, il segretario della scuola: «Avevamo notato infiltrazioni d’acqua. I tecnici confermarono. E ordinarono a una ditta di risolvere il problema. Noi siamo stati solo spettatori». La ditta, appunto. È quella di Andrea Castaldo, con sede in contrada Pantano ad Acerra. Esperienza trentennale. Cura da tempo la manutenzione delle opere pubbliche gestite dal Comune di Casoria. «Noi – dicono i titolari – ci siamo limitati ad effettuare i lavori commissionati. Siamo seri: un massetto di otto centimetri non può mica far crollare un solaio di quelle dimensioni. E allora? Allora deve esserci stato qualche errore in fase di costruzione, che non è mai stato rilevato. E che non spettava a noi rilevare». Occhi sbarrati. Di chi stamattina si è svegliato di soprassalto. Il preside, Nicola Rega: «Ad allertare i carabinieri è stato un signore che abita qui di fronte. All’alba è stato scosso da un boato. Mi ha raccontato di aver pensato a una bomba. Invece…». Mattina inoltrata. I ragazzi giocano in cortile. Non si rendono conto, beati loro, del pericolo scampato. Le mamme, invece, si accalcano agitate. Chiedono, piangono, ridono, ripiangono. Dice il vicepreside, Paolo Pastore, che è un ingegnere: «Più si consumano le ore, in questa scuola miracolata, più ci si rende conto di aver evitato una immensa tragedia». E più prende corpo la consapevolezza, più cresce l’ansia di essere ancora vivi. Azzarda una bidella: «I ragazzi hanno da poco visto nell’auditorium un film sul papa. Forse è lui che ci ha salvati». Riprendere le lezioni? Detta adesso, sembra una boutade. Il corpo di fabbrica crollato è stato posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. Ma la scuola vera e propria, dove ci sono le aule per far lezione, è situata in un altro corpo di fabbrica, attiguo ma distinto. E non presenta lesioni. Anzi, appare in ottime condizioni visto che risale a soli quattro anni fa e fu realizzato con i fondi della legge Falcucci. Perciò, è presumibile che qui si tornerà in aula molto presto, forse addirittura in settimana. Dice ancora il preside: «…E pensare che da quando sono finiti i lavori, abbiamo svolto in quel locale un sacco di manifestazioni. Lì i ragazzi hanno seguito sul maxi-schermo anche i funerali di Giovanni Paolo secondo. E c’è stata folla fino all’altro pomeriggio…». Sollievo. Qualcuno nell’androne accenna a un rosario da recitare tutti insieme. È l’ora della riflessione. Ma anche della polemica. Ciro Crescentini, dirigente della Fillea Cgil di Napoli, accusa: «Da due anni denunciamo che la giunta comunale gestisce le scuole con soli 36 lavoratori part time pagati 400 euro al mese». E ancora, sulla ditta utilizzata: «Si è aggiudicata quell’appalto con ribassi del 50 per cento».

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ENZO CIACCIO – IL MATTINO 13 APRILE 2005

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