Home Cronaca Sesso e camorra, condannati tutti gli imputati nell’inchiesta ‘Femina’. ECCO LA SENTENZA

Sesso e camorra, condannati tutti gli imputati nell’inchiesta ‘Femina’. ECCO LA SENTENZA

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Tutti condannati gli imputati nel processo ‘Femina’ partito dall’inchiesta del novembre del 2009 che portò alla ribalta un giro di prostituzione che si consumava nei night club di Napoli e Caserta. Il giudice, Prima Sezione penale, collegio A del tribunale di Napoli, ha accolto quasi totalmente le richieste del pm Maria Cristina Ribera che aveva chiesto pene dai 7 ai 10 anni per i soggetti coinvolti nel processo di primo grado.
Pene più pesanti per il boss Patrizio Picardi e Saverio Russo, considerati i “promotori” degli affari illeciti che si consumavano nei night club. Hanno incassato rispettivamente 10 anni di reclusione più 1200 euro di multa.
Per Salvatore Palma, il pm aveva chiesto 9 anni di reclusione e una multa pari a 15mila euro. Il giudice l’ha condannato a 7 anni e sei mesi più 1200 euro di multa.

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Per Luigi Guarino e Roberto Palma, invece, la pena inflitta è 6 anni e sei mesi di reclusione più 800 euro di multa rispetto agli 8 anni e 15mila euro di multa a testa richiesti dal pm.

Teresa Palma 48 anni, moglie di Saverio Russo, ha incassato 7 anni e sei mesi più 1200 euro di multa a fronte dei 7 anni di carcere e la multa di 15mila euro. Per il figlio, Giuliano Russo la condanna è stata di 6 anni e sei mesi di reclusione più 800 euro di multa rispetto agli 8 anni e 15mila euro di multa a testa.

Per Russo e Picardi contestata anche l’aggravante di aver agito per conto dell’organizzazione mafiosa dei Mallardo. Sono stati condannati anche alle spese processuali e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per 10 anni.

«Le modalità di gestione dei locali e delle “ballerine” che, all’occorrenza, venivano utilizzate come prostitute di lusso, con un costo che variava da un minimo di 250 ad un massimo di circa 500 euro a prestazione – spiega il pubblico ministero – avveniva con il beneplacito della cosca di Giugliano». L’indagine portò alla luce un giro di escort, in maggioranza italiane, ma anche dell’Europa dell’Est e di altri paesi, che veniva consumato all’interno dei locali di proprietà di Saverio Russo che, tra l’altro, era il promotore del noto show “Erotica Tour”.

Secondo quanto rilevato nel corso delle indagini, i proventi ottenuti attraverso le «prestazioni particolari» venivano ripartiti al 50% tra le ragazze, mentre l’altra metà era destinata ai proprietari del locale.

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