venerdì, Luglio 18, 2025
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Marano. La denuncia di Bertini: «L’Ego Eco ha richiesto il concordato preventivo, il Comune faccia chiarezza»

“Un altro inquietante capitolo della dolorosa storia della Ego Eco, depositata la richiesta di concordato preventivo”. La denuncia arriva da Mauro Bertini, gruppo de L’Altra Marano, che ha scritto una lettera alla segretaria generale nonchè dirigente ad interim all’Igiene urbana del Comune di Marano per segnalare la procedura. “In data 11 gennaio 2016 i legali rappresentanti dell’azienda hanno formalmente presentato al Tribunale di Cassino la domanda di ammissione alla procedura del concordato preventivo ammettendo di fatto uno stato di insolvenza prefallimentare. Il Concordato Preventivo, in estrema sintesi, è la proposta che l’imprenditore in stato di insolvenza o di crisi rivolge ai propri creditori finalizzato ad un parziale pagamento; un “ombrello protettivo” a tutela dell’impresa dalle aggressioni dei creditori, infatti dalla data della pubblicazione del ricorso nel registro delle imprese e fino al momento in cui il decreto di omologazione del concordato preventivo diventa definitivo, i creditori per titolo o causa anteriore non possono, sotto pena di nullità, iniziare o proseguire azioni esecutive e cautelari sul patrimonio del debitore e, cosa di non poco conto, evita l’insorgenza, in capo all’imprenditore, delle sanzioni penali tipiche dei reati fallimentari, le quali vengono ad esistere solo in caso di fallimento” – afferma Bertini.

“Visto che il Bando di Gara richiedeva una autocertificazione che attestasse la non sussistenza a carico dell’impresa concorrente di procedure fallimentari o concorsuali, cosa che l’impresa a ritualmente certificato in data 11 luglio 2015, è venuto a mancare un altro importantissimo requisito che impone da parte dell’Ente una necessaria riconsiderazione del rapporto. In conseguenza della grave crisi finanziaria che la Ego Eco s.r.l. con la richiesta di ammissione al concordato di fatto proclama risulta ancora più grave la decisione assunta con la determina n° 85 del 3 marzo c.m. di liquidare con 60 giorni di anticipo il canone di febbraio esponendo l’ente oltre che al rischio della revocatoria anche a quello di dover eventualmente sopperire agli obblighi dell’impresa nei confronti del personale qualora questi non fossero stati assolti tempestivamente con gli evidenti danni patrimoniali che ovviamente non potranno non essere imputati a chi li ha prodotti con decisioni quanto meno avventate. Alla luce di quanto fin qui esposto lo scrivente gruppo consiliare, dopo aver reiterato l’invito a riconsiderare la legittimità del rapporto in essere fra il Comune e la Ego Eco s.r.l., esprime formale diffida dal disporre in futuro ogni possibile tipo di anticipazione economica e dal liquidare le fatture senza che sia stato verificato il puntuale adempimenti degli obblighi dell’impresa nei confronti del personale”.