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Gli spari contro la caserma una vendetta per i bambini portati via dal Tribunale

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«Dobbiamo pompare, dobbiamo pompare…», dice un tizio ad alta voce, con parole di rabbia. Parlano un uomo e una donna, c’è fibrillazione a Secondigliano. Parole messe in stretto collegamento con quanto avvenuto la notte scorsa contro la stazione dei carabinieri di Secondigliano. «Allora non hai capito? – urla l’uomo di prima alla donna – portami i fucili, devo avere i fucili pronti…». Uno degli scenari che si aprono per l’attacco alla caserma dei carabinieri di Secondigliano potrebbe essere legato alla vendetta per l’allontanamento di due figli piccoli, sotto i 4 anni, che una donna incensurata avrebbe avuto con un affiliato di spicco della Vanella-Grassi, latitante da tempo, ma che mantiene forti legami col territorio per il traffico di droga ed il controllo delle altre attività criminali, , uno che riesce a far girare soldi agli affiliati, a tenere la cassa di droga e estorsioni e a commettere (come killer e come mandante) omicidi e reati di sangue.

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Due giorni fa, dunque, il prologo: sono stati i carabinieri ad entrare in casa della giovane donna, per portare via i bambini. Chiare le motivazioni del decreto: un provvedimento adottato a tutela degli stessi minori, di fronte al fatto che la donna ha incontrato il marito anche durante la sua latitanza, e in relazione a una sua parentela con un pentito.

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