GIUGLIANO– La discarica come metafora del vivere moderno. Ce ne sono quattordici a Nord di Napoli, e una buona fetta le ospita il comprensorio giuglianese. Poi ci sono gli sversatoi abusivi: le cave dismesse di tufo e di pozzolana. L’industria trainante del mercato dei rifiuti le ha candidate a nuovi siti di stoccaggio illegale: 30, 40 metri riempiti dai materiali di scarti. Tutto di notte. Arrivano i camion, scaricano, poi coprono accuratamente, ammassano il terreno. Sfuggono ai controlli delle forze dell’ordine, eludono gli ambientalisti, aggirano i proprietari dei terreni. Altrove gli immondezzai più o meno assopiti, le fabbriche di concime che una certa delicatezza lessicale deodora con la parola compost, o gli inceneritori fumiganti, non hanno quasi mai ispirato nessuno. Ma Giugliano gradatamente si sta assopendo, e con essa i sette comuni dell’Agro. A mettere in guardia i cittadini sono gli ambientalisti. “Rischiamo – dicono – che ci affibbino anche il termodistruttore. Abbiamo le centrali energetiche e il cdr: il ciclo dei rifiuti rischia di chiudersi con l’inceneritore a Giugliano. Sarebbe spaventoso”. Wwf, Rc, Legambiente, Attac, il comitato civico Ponte Riccio per ora sembrano inclini all’impiego delle petizioni : da giorni manifestano allarme e il desiderio di mettere lo stop subito a un progetto ancora non ben definito. Ma pericolosamente verosimile: il termodistruttore a Ponte Riccio.