GIUGLIANO – Porta la firma dell’allora Minisitro dell’Ambiente Edo Ronchi l’accordo governo-sindaci che ha approvato la nascita del Cdr a Ponte Riccio. Fu sottoscritto a Roma il 29 ottobre del 1998. L’accordo in sette punti fu siglato a seguito delle dimissioni dei sindaci di otto comuni a Nord di Napoli: Melito, Marano, Caivano, Villaricca, Aversa (CE), Giugliano, Parete, Qualiano. Le otto dimissioni furono rassegnate per le “preoccupazioni sull’emergenza rifiuti”. L’accordo sancì “l’impegno per lo sviluppo delle raccolte differenziate finalizzate al riutilizzo ed al riciclaggio anche della frazione umida e l’impegno per attivare gli interventi rivolti alla bonifica dei siti inquinati e delle discariche esistenti nei Comuni dell’area”. La disponibilità ad accogliere un impianto di combustione di Cdr fu offerta a patto che “fosse compatibile con l’ambiente e lo sviluppo socio-economico della zona stessa e comunque di capacità non superiore alle 1100 tonnellate”. I fautori della protesta contro i miasmi emanati dal Cdr dicono di “temere che il tonnellaggio accordato sia stato abbondantemente superato”. L’incompatibilità tra il Cdr e la nuova area di stoccaggio (la cui realizzazione è stata soltanto ieri sospesa, a seguito delle proteste dei residenti) è confermata al quinto punto dell’accordo: “nello stesso comune – si legge nel documento- sarà possibile l’utilizzo di uno solo impianto tra discarica dei rifiuti urbani e impianto di combustione di Cdr”.
L’incontro della delegazione dei sindaci dimissionari fu tenuta alla presenza degli onorevoli Cananzi e Lubrano.Gli ambientalisti fanno sapere che “nessuno dei punti è stato finora rispettato”.