martedì, Luglio 22, 2025
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Ecco come è nata l’ascesa dei fratelli Sibillo da giovani del gruppo di fuoco a padroni del Centro Storico

I fratelli Sibillo, il defunto Emanuele e Pasquale detto “Lino”attualmente detenuto, prima di diventare i ras dei Decumani erano cresciuti criminalmente sotto le ali di Maurizio Ferraiuolo, che li aveva arruolati nel suo gruppo di fuoco. Lui stesso lo ha raccontato ai pm antimafia nel corso dell’interrogatorio del 29 novembre 2012, anch’esso inedito da un punto di vista giornalistico. Ecco alcuni passaggi, con la solita premessa che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria. «Sasà Amirante era anche uno che sparava. Il giorno che iniziò la guerra con i Mazzarella stabilì che il giorno 7 gennaio 2011 dovevamo agire. Il mio gruppo di fuoco era composto da Sasà Amirante, Vincenzo Amirante, Vincenzo Garofalo,Emanuele Sibillo (ucciso in un agguato dicamorra dal clan Buonerba- Mazzarellail 4 luglio 2015, ndr), Lino Sibillo e illoro padre, un tale Buccirosso o Boccarosso, Denny Lo Bascio Dell’Aquila, Salvatore Morfei o Marfei detto “Sasà ’o russ”, Salvatore Orefice».«Già nel momento in cui tornai in libertà, tutto cambiò nella zona di Forcella e della Maddalena. Subito vennero a manifestarmi da un lato il malcontento e dall’altro buoni propositi per un futuro roseo insieme. Il malcontento veniva da persone appartenenti al mio contesto familiare e mentre le richieste di affiliazione arrivavano da persone che per anni avevano subito dalla cosca dei Mazzarella. Nel frattempo io apprendevo solo notizie cercando di crearmi un giudizio, in gran parte riservato. Certo,era ben chiaro il mio parere nei riguardi dei Mazzarella, che consideravo una razza di sciacalli che senza meriti si erano impadroniti di tutta la zona della Maddalena e di Forcella e di altre zone. Con l’uscita del mio coimputato Vincenzo Garofalo iniziò con loro una sorta di buon rapporto». Ma poi le cose precipitarono e nel 2011 iniziarono i contrasti che coinvolsero anche Maurizio Ferraiuolo, arrestato anni dopo dai carabinieri e passato infine dalla parte dello Stato.