Continua a giocarsi sul filo dei numeri la crisi politica melitese. Su entrambi i fronti – quello dei sostenitori di Venanzio Carpentieri e quello dei “congiurati” – si registrano fibrillazioni, riunioni, chiacchierate, certezze e timori. Le due “fazioni” lavorano incessantemente per raccogliere adesioni e vincere la lunga partita a scacchi iniziata lunedì mattina quando una delegazione numerosa, ma non sufficientemente, si spostò da Melito a Marano per sottoscrivere contestualmente la sfiducia all’avvocato melitese. Da quel pomeriggio del fallito “Golpe” molte cose sono cambiate: tre assessori hanno rassegnato le dimissioni e Carpentieri ha dato il via alle consultazioni per creare una maggioranza alternativa e traghettare l’Amministrazione fino alla primavera del 2018, termine naturale della consiliatura. Nei prossimi giorni il primo cittadino renderà pubblico un documento di intenti di fine mandato che sottoporrà a tutti i consiglieri e con cui proverà a raccogliere le adesioni della maggioranza dei titolari degli scranni dell’emiciclo melitese.
Si, ma quando? In questi giorni, in due diverse conferenze dei capigruppo, celebrate con una composizione del tutto diversa e in un clima teso, i rappresentanti dei gruppi consiliari hanno provato a trovare la quadra sulla data utile per la celebrazione del consiglio comunale in cui, tra l’altro, si dovrà riapprovare il bilancio 2015 finito nell’occhio del ciclone e che il Tar ha imposto di far passare nuovamente al vaglio del consesso civico. Sarà probabilmente quello il giorno della verità in cui Carpentieri e “congiurati” potranno contarsi e capire chi ha vinto la partita a scacchi. Sulla data di celebrazione, però, ci sarebbe un piccolo giallo: per alcuni la seduta dovrebbe essere convocata entro i prossimi giorni (per approvare solo il bilancio previsionale), per altri i termini sarebbero di 30 giorni (per approvazione di tutti gli atti di bilancio).
Ad irrompere prepotentemente nel dibattito è stata anche la deputata melitese Pd, Michela Rostan, considerata da molti una delle principali sostenitrici di una fine anzi tempo dell’esperienza amministrativa di Venanzio Carpentieri. “Il sindaco invece di ricomporre la maggioranza ha cercato accordi con l’opposizione – ha dichiarato -. A questo punto la crisi è conclamata e appaiono del tutto compromessi i margini per ricomporre un quadro politico lacerato”
“Trovo del tutto inconcepibile che una parlamentare del Partito Democratico arrivi al punto da intestarsi pubblicamente l’operazione di ammutinamento ai danni di un’Amministrazione Comunale guidata da un sindaco del suo stesso partito – ha replicato Carpentieri, che ha poi continuato – Quello che sta accadendo da alcune settimane a Melito ad opera di alcuni “agitatori” presenti nel PD locale supera ogni umana immaginazione e, come ho già avuto modo di affermare, nulla ha a che vedere con l’interesse della città e il buon andamento dell’attività amministrativa”. Una risposta che potrebbe essere solo il preludio di una mossa ancora più decisa: l’ormai imminente commissariamento della sezione locale del Partito Democratico; un provvedimento motivato con il tentativo di sfiducia, seppur fallito, e con le numerose uscire pubbliche di esponenti del partito in cui Carpentieri avrebbe ravvisato gli estremi per agire con un’azione definitiva. La decisione finale, in ogni modo, spetterebbe alla segretaria regionale del Pd, Assunta Tartaglione.