«Con noi si fanno solo i morti….prima quelli». E’ una delle frasi contenute nell’ordinanza di custodia cautelare contro Antonio Buono e Luigi Cutarelli. Quest’ultimo parlava co Carlo Lo Russo, allora boss di Miano ben lontano da pensare di diventare un giorno collaboratore di giustizia. Secondo gli inquirenti il nipote di Cutarelli, parlando al plurale si riferiva a lui stesso e ad Antonio Buono. Fu proprio Carlo Lo Russo, con il quale Cutarelli conversava quando pronunciò l’inquietante frase: “con noi si fanno i morti”. Ecco cosa ha riferito il boss pentito ai magistrati, con la consueta premessa che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria.
“Il racconto dell’omicidio (riferendosi alla morte di Francesco Sabatino, ndr) mi è stato fatto anche quando sono stato scarcerato, nei dettagli, dallo stesso Luigi Cutarelli. Il quale mi disse che ad ammazzare Francesco Sabatino a coltellate erano stati lui e Antonio Buono. Al riguardo Cutarelli entrò nei dettagli, raccontandomi che quando lui aveva colpito con la prima coltellata Francesco Sabatino dopo aver avuto una colluttazione,quest’ultimo gli aveva detto“proprio tu”, ciò appunto perché era un suo parente (cugino, ndr). Cutarelli inoltre mi disse che Francesco Sabatino non voleva morire e che lui e Buono lo dovettero colpire con numerosissime (27,ndr) coltellate. Cutarelli mi fece vedere il punto preciso in cui lui e Buono gettarono il cadavere di Sabatino che fu ucciso dalle mire scissionistiche di quest’ultimo.Il quale, come appunto aveva cercato di fare Salvatore Scognamiglio, si voleva separare dai Lo Russo e prendere in mano Miano”.