GIUGLIANO. Ha tentato di rapinare una coppietta, appartata nei pressi del Lago Patria. Modi spicci e pistola in pugno, credeva di fare il solito colpo, facile facile. Solo che questa volta, Gennaro Zenobi, 23 anni, incensurato di Casavatore, fino a ieri un bravo ragazzo, ma rapinatore insospettabile, si è buscato una pallottola al fianco destro, espolsa dalla vittima della rapina : un poliziotto in borghese che presta sevizio nel commissariato di Pozzuoli. Nonostante la devastante ferita, Gennaro Zenobi ha avuto la forza e di recarsi dal lago Patria al pronto soccorso dell’ospedale san Giovanni Bosco di Napoli, in preda ad un gravissimo stato di schoc emorraggico. Il ragazzo, prima di perdere i sensi, ha raccontato, con voce flebile, di essere stato ferito, nei pressi della sua abitazione al corso Europa di Casavatore, perché aveva reagito ad un balordo che aveva tentato di rapinarlo. E mentre Gennaro Zenobi, entrava in sala operatoria per essere sottoposto ad un lungo e complicato intevento chirurgico, gli agenti della squadra mobile, quelli del commissariato di Giugliano e i poliziotti del commissariato di Afragola, diretto dal vice questore Maurizio Casamassima, hanno conrollato la versione rilasciata dal ferito. E subito è apparso agli investigatori che il racconto di Gennaro Zenobi, presentava molte lacune. Ad inziare dall’assoluta mancanza di tracce di sangue nel posto, indicato dal ragazzo, dove avrebbe subito il tentativo di rapina. Contemporaneamente, l’agente che aveva subìto la rapina ed era stato costretto a sparare, ha avvertito i suoi colleghi del commissariato di Giugliano di quanto era accaduto. E, nonostante il riserbo degli inquirenti, sembra che l’agente abbia poi anche riconosciuto Gennaro Zenobi, come il rapinatore che aveva tentato il colpo un’ora prima. Gli inquirenti, comunque, escludono, al momento, che Gennaro Zenobi abbia agito con qualche complice. Le condizioni del ferito sono gravissime. La prognosi è riservata e Gennaro Zenobi, dopo il lunghissimo interento chirurgico, è stato ricoverato nel reparto di rianimazione. Si allunga la lista degli insospettabili rapinatori, bravi ragazzi di giorno ma feroci e spietati di notte, finito nella linea di tiro delle armi delle forze dell’ordine. Un anno fa, sull’asse mediano, Emanuele Petroso, appena 15 anni, morì nel corso di un conflitto a fuoco con un pattuglia di carabinieri, intervenuta per sventare una rapina ad una coppietta. Tre anni prima, Mario Verde, 16 anni di Sant’Antimo, fu colpito a morte da un poliziotto che era in compagnia della fidanzata a bordo della loro auto, ferma nei pressi del campo sportivo di Grumo Nevano. Mario Verde, fu abbandonato dai suoi complici, in sweguito tutti arrestati, nei pressi dello svincolo dell’asse mediano di Sant’Antimo, già privo di vita. Ieri sera si è ripetuto lo stesso tragico copione, che sembra non avere mai fine.
MARCO DI CATERINO – IL MATTINO 02/02/2006