GIUGLIANO. Era quasi mezzogiorno
ieri in via Colonne quando due uomini
sopraggiungono spediti all’ingresso
di un locale nel quale degli
operai stavano eseguendo dei lavori
per ricavarvi lo spazio destinato
ad ingrandire l’adiacente negozio
di articoli sportivi, uno di loro,
sfodera una pistola e scarica sette
colpi dritti contro il titolare di
quegli spazi, Stefano Mario Pastena,
66enne del posto. Dei sette colpi
però, fortunatamente solo due
colpiscono la vittima, uno lo ferisce
di striscio allo zigomo destro, l’altro
si conficca all’altezza del femore
danneggiando però, solo il tessuto
molle. In pochi attimi i due
mancati killer si allontanano a bordo
della moto senza lasciare alcuna
traccia. Stefano Pastena, viene soccorso
dal cognato, presente ai fatti
e, una volta raggiunto il pronto soccorso
del locale nosocomio, viene
medicato dai medici. Fortunatamente
se la caverà con pochi giorni
di convalescenza e, nella stessa
mattinata di ieri è stato dimesso. Ma
a chiusura della dinamica di una
cruenta giornata di cronaca, si sono
aperte le indagini. Sul posto immediato
è stato l’intervento dei poliziotti
della scientifica del locale
commissariato di polizia. Ma mentre
gli agenti effettuavano controlli
sul posto, presso il San Giuliano
una squadra di poliziotti diretta dal
commissario Domenico Chiacchio
ha provato a ricostruire la vicenda.
La ferocia dell’agguato lascia pensare
che i due fossero sopraggiunti
presso quel monolocale di via Colonne,
per ammazzare la vittima
l’immane volume di fuoco aperto
contro il negozio di Pastena porta
per il momento gli inquirenti a ritenere
che chi ha sparato, lo ha fatto
per uccidere, e solo una casualità
avrebbe evitato la tragedia. Proprietario
di due campi da calcio, di
un autolavaggio, del negozio di articoli
sportivi e di un intero parco
residenziale, il cospicuo patrimonio
dell’uomo, condiviso con la
moglie, potrebbe aver destato qualche
gelosia o rivendicazione. Dai familiari
della vittima, intanto accorsi
presso la camera di soccorso dell’ospedale,
gli inquirenti non sono
riusciti a carpire nessuna notizia
utile, e le piste da battere dunque,
diventano numerose. Superata la
fase istruttoria delle indagini, gli
uomini del commissariato di polizia
giuglianese stanno concentrando
le loro ricerche sul passato della
vittima, se avesse conti in sospeso
e qualche nemico nell’ambiente
entro il quale il commerciante
muoveva i suoi affari, ma anche
queste restano solo ipotesi. Il movente,
l’arma utilizzata per il colpo,
il mandante, sono tutti dati che restano
al vaglio della magistratura,
l’unico dato certo per il momento,
è che il locale innanzi al quale gli
operai stavano lavorando presidiati
dalla vittima loro datore di lavoro,
è stato sottoposto a sequestro. I
testimoni di un agguato consumatosi
nell’anonimato garantito dai
passamontagna che i sicari indossavano,
insieme ai conoscenti di
quella famiglia, nota per i suoi numerosi
possedimenti, potrebbero
essere ascoltati nelle prossime ore.
Intanto il noto benestante giuglianese,
se n’è tornato a casa sua, proprio
in via Colonne, tra le attenzioni
e la curiosità di chi lo conosce,
tra le pressanti domande di chi prova
a garantire la giustizia in un’area
fortemente penalizzata da violenza
e degrado.
GIUGLIANO. INCREDULI I VICINI DI CASA: «È UNA PERSONA PERBENE». I COMMERCIANTI: «SI VIVE IN TOTALE ASSENZA DI LEGALITÀ»
Cresce la paura tra i residenti: «Non ci sentiamo tutelati»
GIUGLIANO. Ancora violenza a Giugliano, ed
insieme alla violenza torna anche la paura.
Unanime infatti lo sconcerto ed il terrore per
l’agguato che si è verificato ieri mattina, in
pieno giorno ed in pieno centro cittadino.
«Brava persona. Benestante ed in buoni rapporti
con tutti – commenta un vicino di casa
della vittima, il signor Mario – non avremmo
mai pensato che potesse accadere una cosa
del genere». Ed in effetti tutti lo conoscono,
anche i commercianti confinanti al negozio
di articoli sportivi gestiti dal figlio trentenne,
Raffaele, ieri mattina erano sconvolti per
l’ennesimo agguato che si registra in città.
«Qui si vive in una totale assenza d’ordine e
legalità. Ora per rapine, ora per ritorsioni, ora
per banali vendette, la nostra categoria viene
continuamente presa d’assalto – è invece il
commento del titolare dell’adiacente salumeria
– Noi non ci sentiamo tutelati». Una
folla di giovani quella che ieri mattina ha assistito
ai rilievi che la squadra scientifica del
vicino commissariato di Polizia effettuava,
mentre il traffico di auto e curiosi ha congestionato
via Colonne per ore. Proprio ai giovani
la vittima è particolarmente nota, gli
stessi giovani che sistematicamente ospita
sui campetti di calcio che gestisce. «Don Mario
– così tutti affettuosamente lo chiamano
– è una persona per bene. Disponibile e gentile
con tutti, non riusciamo a capire chi possa
averlo voluto ferire» – afferma invece un
giovane che frequenta i campi di via Colonne.
Ed in effetti, neppure gli inquirenti per il
momento hanno accertato le motivazioni di
un agguato di natura intimidatoria. Ma a rimanere
spaventato è l’intero quartiere nel
quale il fatto è avvenuto, via Colonne, arteria
principale della città, al centro di aree
dormitorio in cui vivono famiglie in gran parte
napoletane, tra rioni di case popolari, ma
anche tra complessi residenziali lussuosi, uffici
e negozi, un’area popolata da circa 20mila
residenti quindi, ma che di recente più volte
è diventata scenario di violenza e criminalità.
In effetti, benché la strada in questione
entra di diritto nei confini del centro cittadino,
assume per molti versi l’aspetto di
una periferia. Strade malandate, evidenti problemi
di viabilità, scarsa illuminazione e tasso
di criminalità elevatissimo».
MONICA D’AMBROSIO – IL ROMA GIORNALE DI NAPOLI 31 GENNAIO 2006