sabato, Luglio 19, 2025
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Gambizzato imprenditore, è giallo


GIUGLIANO. Era quasi mezzogiorno

ieri in via Colonne quando due uomini

sopraggiungono spediti all’ingresso

di un locale nel quale degli

operai stavano eseguendo dei lavori

per ricavarvi lo spazio destinato

ad ingrandire l’adiacente negozio

di articoli sportivi, uno di loro,

sfodera una pistola e scarica sette

colpi dritti contro il titolare di

quegli spazi, Stefano Mario Pastena,

66enne del posto. Dei sette colpi

però, fortunatamente solo due

colpiscono la vittima, uno lo ferisce

di striscio allo zigomo destro, l’altro

si conficca all’altezza del femore

danneggiando però, solo il tessuto

molle. In pochi attimi i due

mancati killer si allontanano a bordo

della moto senza lasciare alcuna

traccia. Stefano Pastena, viene soccorso

dal cognato, presente ai fatti

e, una volta raggiunto il pronto soccorso

del locale nosocomio, viene

medicato dai medici. Fortunatamente

se la caverà con pochi giorni

di convalescenza e, nella stessa

mattinata di ieri è stato dimesso. Ma

a chiusura della dinamica di una

cruenta giornata di cronaca, si sono

aperte le indagini. Sul posto immediato

è stato l’intervento dei poliziotti

della scientifica del locale

commissariato di polizia. Ma mentre

gli agenti effettuavano controlli

sul posto, presso il San Giuliano

una squadra di poliziotti diretta dal

commissario Domenico Chiacchio

ha provato a ricostruire la vicenda.

La ferocia dell’agguato lascia pensare

che i due fossero sopraggiunti

presso quel monolocale di via Colonne,

per ammazzare la vittima

l’immane volume di fuoco aperto

contro il negozio di Pastena porta

per il momento gli inquirenti a ritenere

che chi ha sparato, lo ha fatto

per uccidere, e solo una casualità

avrebbe evitato la tragedia. Proprietario

di due campi da calcio, di

un autolavaggio, del negozio di articoli

sportivi e di un intero parco

residenziale, il cospicuo patrimonio

dell’uomo, condiviso con la

moglie, potrebbe aver destato qualche

gelosia o rivendicazione. Dai familiari

della vittima, intanto accorsi

presso la camera di soccorso dell’ospedale,

gli inquirenti non sono

riusciti a carpire nessuna notizia

utile, e le piste da battere dunque,

diventano numerose. Superata la

fase istruttoria delle indagini, gli

uomini del commissariato di polizia

giuglianese stanno concentrando

le loro ricerche sul passato della

vittima, se avesse conti in sospeso

e qualche nemico nell’ambiente

entro il quale il commerciante

muoveva i suoi affari, ma anche

queste restano solo ipotesi. Il movente,

l’arma utilizzata per il colpo,

il mandante, sono tutti dati che restano

al vaglio della magistratura,

l’unico dato certo per il momento,

è che il locale innanzi al quale gli

operai stavano lavorando presidiati

dalla vittima loro datore di lavoro,

è stato sottoposto a sequestro. I

testimoni di un agguato consumatosi

nell’anonimato garantito dai

passamontagna che i sicari indossavano,

insieme ai conoscenti di

quella famiglia, nota per i suoi numerosi

possedimenti, potrebbero

essere ascoltati nelle prossime ore.

Intanto il noto benestante giuglianese,

se n’è tornato a casa sua, proprio

in via Colonne, tra le attenzioni

e la curiosità di chi lo conosce,

tra le pressanti domande di chi prova

a garantire la giustizia in un’area

fortemente penalizzata da violenza

e degrado.







GIUGLIANO
. INCREDULI I VICINI DI CASA: «È UNA PERSONA PERBENE». I COMMERCIANTI: «SI VIVE IN TOTALE ASSENZA DI LEGALITÀ»



Cresce la paura tra i residenti: «Non ci sentiamo tutelati»



GIUGLIANO
. Ancora violenza a Giugliano, ed

insieme alla violenza torna anche la paura.

Unanime infatti lo sconcerto ed il terrore per

l’agguato che si è verificato ieri mattina, in

pieno giorno ed in pieno centro cittadino.

«Brava persona. Benestante ed in buoni rapporti

con tutti – commenta un vicino di casa

della vittima, il signor Mario – non avremmo

mai pensato che potesse accadere una cosa

del genere». Ed in effetti tutti lo conoscono,

anche i commercianti confinanti al negozio

di articoli sportivi gestiti dal figlio trentenne,

Raffaele, ieri mattina erano sconvolti per

l’ennesimo agguato che si registra in città.

«Qui si vive in una totale assenza d’ordine e

legalità. Ora per rapine, ora per ritorsioni, ora

per banali vendette, la nostra categoria viene

continuamente presa d’assalto – è invece il

commento del titolare dell’adiacente salumeria

– Noi non ci sentiamo tutelati». Una

folla di giovani quella che ieri mattina ha assistito

ai rilievi che la squadra scientifica del

vicino commissariato di Polizia effettuava,

mentre il traffico di auto e curiosi ha congestionato

via Colonne per ore. Proprio ai giovani

la vittima è particolarmente nota, gli

stessi giovani che sistematicamente ospita

sui campetti di calcio che gestisce. «Don Mario

– così tutti affettuosamente lo chiamano

– è una persona per bene. Disponibile e gentile

con tutti, non riusciamo a capire chi possa

averlo voluto ferire» – afferma invece un

giovane che frequenta i campi di via Colonne.

Ed in effetti, neppure gli inquirenti per il

momento hanno accertato le motivazioni di

un agguato di natura intimidatoria. Ma a rimanere

spaventato è l’intero quartiere nel

quale il fatto è avvenuto, via Colonne, arteria

principale della città, al centro di aree

dormitorio in cui vivono famiglie in gran parte

napoletane, tra rioni di case popolari, ma

anche tra complessi residenziali lussuosi, uffici

e negozi, un’area popolata da circa 20mila

residenti quindi, ma che di recente più volte

è diventata scenario di violenza e criminalità.

In effetti, benché la strada in questione

entra di diritto nei confini del centro cittadino,

assume per molti versi l’aspetto di

una periferia. Strade malandate, evidenti problemi

di viabilità, scarsa illuminazione e tasso

di criminalità elevatissimo».




MONICA D’AMBROSIO – IL ROMA GIORNALE DI NAPOLI 31 GENNAIO 2006