Giugliano. Si fa strada l’ipotesi di un attentato del racket dietro l’incendio appiccato nella notte tra mercoledì e giovedì in pieno centro a Giugliano. Le fiamme, di matrice dolosa, si sono sviluppate da un’automobile rubata, parcheggiata davanti al negozio di alimentari Aleksander, in via Pozzo Nuovo, gestito da una donna ucraina e inaugurato cinque giorni prima. Il rogo, divampato poco dopo l’una e trenta, ha distrutto completamente la saracinesca e mandato in frantumi la porta in vetro dell’ingresso. Nella stessa strada l’anno scorso si era verificato un altro episodio simile ai danni di una pizzeria, anch’essa appena aperta. La proprietaria del negozio di alimentari Ljudmila Kulemina, 48 anni, ha raccontato agli agenti del commissariato di polizia, diretto dal vicequestore Pasquale De Lorenzo, di non aver mai subito richieste estorsive, né minacce. Sul vero obiettivo del raid incendiario, quindi, gli inquirenti non si sbilanciano e continuano a battere anche altre piste. Intanto non sembrano aver fornito elementi utili alle indagini, le dichiarazioni fornite dal proprietario del palazzo e dall’intestatario della Fiat Uno, risultata rubata a Giugliano due mesi fa. L’automobile è stata sicuramente parcheggiata sul marciapiede dopo la chiusura del negozio. Contenuti i danni all’immobile: pareti annerite e intonaco caduto. Mentre potrebbe riaprire già da domani il negozio, in cui nella giornata di ieri i familiari della signora erano al lavoro per ripulire dalla fuliggine le pareti e sostituire la saracinesca. Non sono stati danneggiati i prodotti in esposizione sugli scaffali: il negozio vende alimenti, bibite e giornali per polacchi ed ucraini. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco di Scampia, i quali hanno subito sedato le fiamme. L’origine dell’incendio è senz’altro di natura dolosa: si ipotizza che l’automobile sia stata cosparsa di benzina. A Giugliano non si sono mai registrati episodi di intolleranza razziale e le piste seguite dagli inquirenti escluderebbero, in questa fase delle indagini, questa matrice. Non si esclude, invece, nemmeno la possibilità che l’incendio sia opera di vandali e non di criminali. A Giugliano il fenomeno del racket registra una preoccupante escalation, tanto da spingere l’amministrazione comunale ad attivare uno sportello di ascolto nella Casa dei diritti di via Palumbo, presentato ieri mattina in Comune nell’ambito della campagna antiracket «Io non pago il pizzo e denuncio chi me lo chiede». Il progetto, per il quale sono stati stanziati 20mila euro dal bilancio comunale, prevede anche un fondo a sostegno delle vittime dell’usura. «L’obiettivo è seguire le vittime di racket e usura – dice l’assessore alla sicurezza urbana, Domenico Taglialatela – in tutto il percorso che va dalla segnalazione del disagio economico alla decisione di denunciare, grazie al sostegno economico, legale e psicologico fornito dagli esperti». Il progetto, che partirà entro febbraio, si svolge in collaborazione con l’Ipia Marconi, l’associazione Giugliano per la vita, l’Asl Napoli 2 e il comando di polizia municipale.
TONIA LIMATOLA – IL MATTINO 10 FEBBRAIO 2006