Bacoli. Sms per avvisare i clienti quando c’è la droga e per comunicare l’auto con cui gli spacciatori si spostano. In manette, a Bacoli, quattro ragazzi incensurati, tutti residenti a Qualiano che per vendere hashish e cocaina hanno dato vita a una postazione mobile per lo spaccio: con i messaggini sul telefonino, informavano i loro giovani clienti dell’auto a bordo della quale sarebbero giunti nella zona con la droga. Una sola parola, con la marca dell’auto. Un messaggio in codice per indicare la vettura da affiancare per ottenere la roba. L’auto cambiava ogni sera, per evitare di finire nel mirino dei controlli. E così, sms dopo sms, su un tragitto lungo quasi tre chilometri, tra Baia e Miseno, lungo una delle vie più frequentate della movida flegrea, senza fermarsi quasi mai, la banda vendeva droga. Venerdì notte, però, i quattro sono stati smascherati dai carabinieri di Pozzuoli: l’auto della sera era una Audi e, attraverso i finestrini, «la roba» veniva venduta. E gli affari non andavano per nulla male: in meno di un’ora i quattro giovani, tutti di età compresa tra i 23 e i 26 anni, sono note soltanto le iniziali: V.M, G.S., C.A., D.D. erano riusciti a incassare poco meno di mille euro. Al momento della cattura, i militari guidati dal capitano Lorenzo D’Aloia, hanno scovato altre 80 dosi già confezionate di fumo e quasi 20 grammi di cocaina nascosta all’interno della vettura. Per arrestarli, i carabinieri hanno dovuto setacciare a lungo il percorso solitamente battuto dalla banda di spacciatori. A un certo punto hanno notato alcune auto in fila, in attesa del proprio turno per la «roba». Ma quando li hanno intercetti, l’autista dell’Audi ha capito che si trattava di carabinieri. Manteneva prima un apprezzabile controllo. Ha preso un attimo di tempo e poi ha tentato la fuga. Che, però, si è terminata all’altezza del castello di Baia. L’operazione si inserisce nella maxioffensiva contro lo spaccio di sostanze stupefacente, soprattutto ai più giovani, nei fine settimana. Quindici euro, soltanto quindici euro, per una pallina di cocaina da tre decimi (ce ne sono da sette decimi e da un grammo) tagliata con il mannitolo (un diuretico) e procaina (anestico) più anfetamine e psicoformarci variamente e sciaguratamente miscelate. Ora si indaga per comprendere se i quattro gestori di questa insolita postazione mobile per lo spaccio, siano al servizio, o meno, del piccolo esercito di soldati della camorra, arruolati dal clan e piazzati nelle zone più frequentate della movida flegrea. Giovani «puliti», incensurati, impermeabili ai controlli delle forze dell’ordine. Intimorita dalla presenza di forze dell’ordine, la gente che vive di spaccio ha soltanto modificato il proprio «modus operandi», puntando ora sui messaggi in codice per eludere i controlli.
PINO TAORMINA – il mattino 12 febbraio 2006