venerdì, Luglio 18, 2025
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GIUGLIANO: FAVORI ALLA DISCOTECA DEL CLAN, OTTO ARRESTI
Dentro il comandante dei vigili, un maresciallo dell’Arma e dirigenti


GIUGLIANO. Eccolo il prezzo della corruzione: un milione e mezzo di vecchie lire «pagati una tantum» col contorno di un pc portatile e di un avveniristico cellulare. A chiudere la trattativa, la promessa, poi onorata, di un posto di lavoro. Prezzo relativamente infinitesimale se si pensa che sarebbe bastato a corrompere un comandante e il suo fedele vice. Poco più è bastato per tirarci dentro anche un sottoufficiale dei carabinieri (5 milioni di lire e un orologio). L’obiettivo: chiudere più di un occhio per impedire o almeno ritardare la chiusura di un locale, “La Villa”, uno dei più gettonati sul litorale di Varcaturo.



L’INDAGINE. Otto persone – tra le quali un maresciallo dei carabinieri, il comandante ed il vice comandante della polizia municipale di Giugliano – sono state arrestate oggi, in esecuzione di un’ordinanza cautelare emessa dal gip Aldo Esposito, dai militari del Reparto operativo di Napoli in quanto gravemente indiziate di corruzione aggravata e falso per soppressione. Secondo le indagini, fa sapere una nota della Procura, un esercizio commerciale, di fatto riconducibile alla disponibilità di persone legate al clan camorristico Nuvoletta, ha operato per diversi anni, anche grazie alle connivenze di pubblici ufficiali corrotti, nella pressoché totale illegalità, non essendo munito di regolari licenze. L’indagine, coordinata dai sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia Paolo Itri e Raffaella Capasso, ha riguardato numerose vicende illecite relative a pratiche amministrative (condono edilizio, autorizzazione agli scarichi, autorizzazione sanitaria, licenza di trattenimenti danzanti) relative al locale “La Villa” di Giugliano – di proprietà, negli anni scorsi, di Giovanni Nuvoletta, figlio del defunto boss Lorenzo – vicende che si sono svolte tra il 1996 e l’ottobre del 2001. Nel corso degli anni nella proprietà del locale si sono avvicendati, secondo quanto si è appreso da fonti della procura, alcuni pregiudicati ritenuti legati ai Nuvoletta. I vigili, secondo l’accusa, avrebbero ricevuto tangenti di un milione e un milione e mezzo di lire, oltre a un computer e all’assunzione nella discoteca di un parente. Il maresciallo dei carabinieri è accusato invece di aver ricevuto cinque milioni di lire, un telefono cellulare e un orologio per non eseguire controlli nel locale. Il militare è indagato per corruzione e istigazione alla corruzione. Secondo gli inquirenti avrebbe anche tentato, inutilmente, di indurre un suo collega a non far svolgere ispezioni nella discoteca.



GLI ARRESTATI. Gli arrestati sono Vincenzo Alfiero, di 61 anni, Carmine Carbone, di 51, impiegato comunale, Giovanni De Vivo, di 52, impiegato comunale, Armando Del Prete, maresciallo dei carabinieri in servizio presso la Compagnia di Giugliano, di 48 anni, Giacomo Gala, di 29, Umberto Nannini, comandante della polizia municipale di Giugliano, di 60 anni, Ciro Testa, di 52, impiegato comunale, Vincenzo Vitiello, vice comandante della polizia municipale, di 53 anni. Nei confronti di Alfiero, Del Prete, Gala, Nannini, Testa e Vitiello è stata disposta la misura cautelare della custodia in carcere; arresti domiciliari, invece, per Carbone e De Vivo. Sono emersi numerosi episodi di corruzione riconducibili ad impiegati e funzionari del Comune, oltre che ad ufficiali di pg appartenenti sia al corpo dei Vigili urbani che alla Compagnia dei carabinieri di Giugliano. Seconda la Procura tali episodi di corruzione, erano finalizzati, dopo il versamento di somme di denaro ed altre utilità ai funzionari e ai pubblici ufficiali, “ad ottenere le licenze amministrative (ovvero il il relativo rinnovo o la voltura) necessarie a condurre l’attività commerciale, ovvero ad indurre gli ufficiali di pg coinvolti, nonostante fossero ben consapevoli delle irregolarità riscontrate, ad omettere i controlli amministrativi di propria competenza”.



L’EPISODIO. Tra i vari episodi illeciti, si è accertato che i due dirigenti della polizia municipale, come spiega il procuratore aggiunto Franco Roberti, “si erano concretamente attivati al fine di impedire o ritardare la chiusura del locale, nonostante i diversi solleciti intervenuti in tal senso da parte degli organi di pg che avevano più volte proceduto a segnalare le numerose irregolarità emerse nel corso dei controlli eseguiti nell’esercizio dei loro compiti di polizia amministrativa”. Sempre nel corso delle indagini, sono inoltre emersi ulteriori episodi quali la falsificazione delle ricevute di versamento relativo al pagamento degli oneri concessori relativi alla domanda di condono edilizio, la sottrazione e la sostituzione delle planimetrie allegate all’istanza di condono. L’immobile è stato sequestrato.