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GIUGLIANO: IPOTESI DIMISSIONI, IL SINDACO AVVIA LE CONSULTAZIONI
Dopo gli arresti. Forza Italia all’attacco: «Non vogliono lasciare le poltrone»

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GIUGLIANO. Lo scioglimento del Consiglio? Non è un’ipotesi remota. Per corruzione era finito in manette prima un finanziere, poi erano arrivati gli avvisi di garanzia a due vigili per la violazione dei sigilli della discarica Resit, poi gli otto arresti eccellenti. E sono in molti a pensare che sia solo l’inizio di un caso giudiziario per Giugliano, i cui aspetti, ed eventuali altri coinvolgimenti, sono ancora tutti da chiarire. Così, in una grande clima di tensione e sospetti, da giorni la bufera giudiziaria e la crisi politica infiammano il dibattito in città. Dibattito che, dopo il forfait della maggioranza di centrosinistra alla prima seduta di Consiglio comunale dopo gli arresti dei tre dipendenti e dei due vigili, diventa incandescente. Si afferma l’idea che, per un motivo o per un altro, l’amministrazione Taglialatela possa tornare a casa anzitempo. Così si profilano anche altri scenari: la sfiducia al sindaco, già tentata l’anno scorso; l’abbandono dello stesso Taglialatela: le dimissioni presentate lo scorso aprile, erano rientrata dopo venti giorni di intense trattative con la maggioranza. Sulla sfiducia sono scettici dall’opposizione: «Dovrà intervenire il prefetto – dice Pietro Ciccarelli, capogruppo Fi – loro non avranno mai il coraggio di abbandonare le poltrone». E il sindaco? «No, in questa fase – dice il Francesco Taglialatela – Sto riflettendo sulla posizione da assumere, ma prima di prendere qualsiasi decisione, dovrò incontrare i partiti nei prossimi giorni». Non c’è più spazio per ricucire per Italia dei valori, senza rappresentanti in consiglio. «Sindaco dimettiti – dice Giuliano Palma, coordinatore cittadino – Se questa città avesse avuto una guida autorevole e se fossero stati istituiti gli organismi di controllo, forse avremmo potuto risparmiare questa mortificazione alla città». L’arrivo della commissione d’accesso è più di un’ipotesi remota, intanto, per Tonino Scala, consigliere regionale e presidente della commissione osservatorio sulla camorra: «Onestamente penso di sì – dice – Altri comuni sono stati sciolti per molto meno».

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TONIA LIMATOLA – IL MATTINO 19 FEBBRAIO 2006

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