venerdì, Luglio 18, 2025
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«Aspettavamo Amato jr per vendicarci» Gli Scissionisti, le ‘piazze’ di Melito e la finta pace con Riccio

In uno dei tanti verbali allegati all’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Ludovica Mancini e che nel gennaio scorso ha portato in carcere una trentina di persone tra cui la donna boss Rosaria Pagano capo indiscusso degli “Scissionisti”, il pentito ex Amato-Pagano Giovanni Illiano parla dell’accordo con la Vanella Grassi, dell’attesa per l’uscita dal carcere di Amato jr e i finti buoni rapporti con Mariano Riccio.

“Oltre a me c’erano altre persone che in attesa dell’uscita dal carcere di Raffaele Amato junior avevano deciso

di avere un rapporto pacifico con Mariano Riccio come Francesco Ferro.
Questo perché il Ferro è da sempre un uomo Amato, legato sia a Carmine che a Raffaele, anche se di più a quest’ultimo. Con Ferro, i Caiazza e Renato Napoleone, parlavamo sempre dell’uscita dal carcere di Lello jr…andavo d’accordo con Mariano, solo per fare gli interessi Amato ed attendere la vendetta….quando ci rendemmo conto che a Natale del 2011 Lello non sarebbe uscito dal carcere, eravamo comunque convinti che la scarcerazione sarebbe avvenuta in breve tempo. Ce lo diceva sia la Zia Rosaria omissis… Francesco Ferro fino alla fine della mia affiliazione al clan Amato-Pagano non era un killer bensì si occupava di droga, era il gestore della 219, quella vicina alla caserma dei carabinieri ossia quella della famiglia Amato-Pagano.
Sino a quando io ero libero, Ferro rispondeva a Gennaro Liquori e Cosimo Marino; nel periodo in cui ero latitante, ossia da gennaio 2012 a maggio 2012 accanto al Ferro ma in posizione inferiore si pose il fratello di Franco Bottino, di cui non conosco il nome né l’ho mai visto. Di questo fatto ho avuto notizia da Raffaele Teatro e poi da tale Carminiello che faceva la vedetta di notte nella 219, e che ha curato la mia latitanza – riporta Cronache della Campania – In particolare Teatro mi raccontò che, dopo che le forze dell’ordine avevano fatto irruzione a casa mia a Mugnano, senza trovarmi, per disposizione di Tequendò e Mariano, accanto a Francesco Francesco, detto Thuram era stato messo sulla 219 anche Franco Bottino, nonché il fratello di questi ma in condizione inferiore”.