venerdì, Luglio 18, 2025
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Marano: condannato a 13 anni di carcere, viene scarcerato uomo dei Nuvoletta

Non sono bastati tre capi di imputazione ed una condanna in primo grado ad oltre tredici anni di reclusione per tenere in carcere uno dei più importanti esponenti della camorra maranese. Vincenzo Napolano, 41 anni – indicato dalla Direzione distrettuale antimafia quale fedelissimo del boss Angelo Nuvoletta e dei suoi più stretti luogotenenti – è stato scarcerato dalla XII sezione del tribunale del Riesame per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Martedì sera ha lasciato il penitenziario di Carinola, in provincia di Caserta, ed è tornato a casa. Soddisfatto l’avvocato Antonio Abet che ha inoltrato l’istanza: «I giudici del Riesame, in tempi di caccia alle streghe e di oscurantismo repressivo, rappresentano l’ultimo baluardo di legalità e garantismo», ha detto il penalista.

Vincenzo Napolano è imputato in tre processi assieme al «gotha» del clan di Marano: in uno dei procedimenti è stato condannato in primo grado a tredici anni e sei mesi di reclusione per associazione a delinquere di stampo camorristico. Raggiunto dall’inchiesta che nell’ottobre 2003 decimò il clan Nuvoletta, Napolano è indicato quale autore delle intimidazioni nei confronti del pentito Massimo Tipaldi: secondo la ricostruzione della magistratura, l’esponente dei Nuvoletta avrebbe avvicinato il fratello di Tipaldi per indurlo a nominare uno specifico difensore «allo scopo evidente di interrompere la collaborazione». La circostanza è contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare che tre anni fa portò in carcere 24 persone. Nelle oltre settecento pagine del dispositivo (pm Borelli, gip Ceppaluni) si fotografa l’ultima generazione del clan di Marano, una delle cosche storiche della camorra, coinvolta nell’omicidio di Giancarlo Siani e legata a doppio filo con Cosa nostra. Un gruppo mafioso a «spiccata vocazione imprenditoriale», capace di cambiare pelle e strategie pur di mettersi al passo con i tempi. Un clan disposto a tutto pur di troncare la collaborazione con la giustizia del suo primo ed unico pentito, e pronta a condizionare la vita politica ed economica del territorio. Un progetto – dicono i giudici – al quale ha partecipato attivamente anche Vincenzo Napolano. Secondo le dichiarazioni rese da Tipaldi, il 41enne era dedito al traffico di sostanze stupefacenti, militando nel gruppo di Giuseppe Gala (assieme allo stesso Tipaldi, prima che questi si consegnasse alla giustizia) e, successivamente, in quello di Angelo Nuvoletto.

A carico del presunto trafficante di cocaina e hashish ci sono le sigle «Vin» (corrispondenti a Vincenzo) che questi avrebbe rilasciato sugli assegni negoziati da un altro boss della cosca. Il gruppo criminale – così come raccontato da Tipaldi – pagava infatti la droga attraverso titoli di credito sul retro dei quali veniva apposta una sigla per consentire di risalire a coloro che li avevano materialmente emessi.



UF – IL MATTINO 20 APRILE 2000