Home Cronaca MELITO: RAID INCENDIARIO ALLA MEDIA «GUARANO». IL PRESIDE: PIU’ SICUREZZA

MELITO: RAID INCENDIARIO ALLA MEDIA «GUARANO». IL PRESIDE: PIU’ SICUREZZA

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Raid incendiario alla scuola media «Marino Guarano» di Melito, danneggiati banchi e sedie. Limitate le perdite: il pronto intervento di vigili del fuoco e carabinieri ha contenuto i danni. Vicino alle suppellettili interessate dall’incendio è stata ritrovata una bottiglia di plastica contenente liquido infiammabile, probabilmente benzina.

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L’incursione è scattata intorno alle 22.30 di lunedì. Ignoti hanno scavalcato la recinzione della scuola di viale delle Magnolie prima di accedere alla scala antincendio. Al secondo piano dell’edificio hanno forzato una finestra e si sono introdotti in una classe. Qui hanno cosparso di benzina alcune sedie e banchi; dopodichè hanno appiccato il fuoco. Il fumo proveniente dall’aula ha insospettito un passante che ha allertato il 112. I carabinieri della compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Gaetano de Biase, e i vigili del fuoco del distaccamento Scampia sono arrivati sul posto nel giro di pochi minuti. E pochi minuti sono bastati per domare il principio di incendio. Nessun dubbio sull’origine dolosa: gli investigatori hanno ritrovato una bottiglia contenente liquido infiammabile proprio nella classe in cui si è sviluppato il rogo. Limitati, per fortuna, i danni: una cattedra annerita, qualche sedia distrutta.


L’esiguità dei danni non cancella l’amarezza. Dice Tommaso Ungaro, preside della scuola: «Questo è solo l’ultimo di una serie infinita di raid che abbiamo subito negli ultimi anni. Ogni due o tre mesi siamo costretti a fare i conti con furti, allagamenti, sassaiole o quant’altro. Più di una volta ci hanno devastato la sala informatica: oggi lavoriamo con pochissimi computer». Alla media di Melito (intitolata ad un celebre abate del posto vissuto nel diciottesimo secolo) chiedono più sorveglianza. Con 34 classi e 670 alunni provenienti da uno dei contesti più degradati dell’hinterland partenopeo, docenti e personale ausiliario sono costretti a lavorare tra continue emergenze. «E pensare che basterebbe nominare un nuovo custode per proteggere la struttura da incursioni e raid – aggiunge il preside – Andato in pensione alcuni anni fa, il vecchio custode non è mai sostituito. E le nostre continue sollecitazioni si infrangono contro il muro della burocrazia e dei continui ping-pong tra Comune e provveditorato».

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