Luigi Cesaro fu l’ultimo a vedere Pasquale Scotti prima che questi sparisse per trent’anni diventando uno dei latitanti più longevi della storia d’Italia. Accadde negli anni Ottanta quando Scotti, all’epoca braccio militare della Nco di Raffaele Cutolo, finì con chiedere un’estorsione all’avvocato Luigi Cesaro, che trent’anni dopo sarebbe diventato presidente della Provincia di Napoli. «Cesaro — scrivono i giudici nella sentenza d’appello che lo assolse dopo una condanna in primo grado — ha spiegato che al fine di sottrarsi alle pesanti richieste estorsive del gruppo di Pasquale Scotti chiese i buoni uffici di Rosetta Cutolo la quale inviò una lettera di raccomandazione allo Scotti». Le estorsioni, da quel giorno, cessarono. Resta l’impressione per quell’intercessione presso la sorella del ‘professore’ che permise a Cesaro di evitare il taglieggiamento, un episodio ormai divenuto parte della leggenda della camorra. Stando alle versione emersa allora Cesaro, dopo quella richiesta, fu l’ultima persona a vedere Scotti prima che questi divenisse latitante.