Era il 31 maggio di due anni fa quando Torre Annunziata fu sccossa da una doppia esecuzione che costò la vita ai fratelli Roberto e Giovanni Scognamiglio, di 24 e 41 anni.
Due killer armati, secondo quanto ricostruito, avrebbero bussato a casa dei due fratelli, una villetta a due piani in via Andolfi. Quando i due hanno aprirono la porta, i killer li crivellarono di colpi in cucina e si diedero alla fuga. Roberto Scognamiglio morì all’istante, mentre il fratello Giovanni morì in ospedale. Illesi i figli piccoli di Giovanni Scognamiglio, presenti in casa al momento della doppia esecuzione.
Nel passato dei due fratelli c’erano precedenti per droga e usura – tassi dal 60 al 170% ad almeno una ventina di imprenditori – e non si esclude che questo duplice omicidio sia da collegare proprio all’attività criminale della famiglia Scognamiglio.
Per gli inquirenti ci sono pochi dubbi: i due fratelli conoscevano gli assassini e hanno aperto loro la porta di casa. L’ipotesi più plausibile è che l’esecuzione sia maturata nell’ambito di un regolamento di conti per il traffico internazionale di droga.