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INCIDENTI LAVORO:CADE MENTRE SPINGE CARRIOLA,MUORE A 16 ANNI DECEDUTO DOPO AGONIA IN OSPEDALE NEL NAPOLETANO

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Ha appena 16 anni la nuova vittima
di un incidente sul lavoro nel napoletano. Si chiamava Giovanni
Ponticelli ed e’ morto oggi all’ospedale La Schiana di Pozzuoli
dove era stato ricoverato in gravi condizioni in seguito
all’infortunio subito in un cantiere di Frattamaggiore,
nell’area a nord del capoluogo il 2 agosto scorso.
Il ragazzo lavorava come apprendista muratore, regolarmente
assunto da appena quattro giorni, in un’impresa che stava
effettuando lavori di ristrutturazione, autorizzati, in uno
stabile di via Dante. Mentre stava spingendo una carriola e’
caduto da un’altezza di piu’ di cinque metri battendo con la
testa al suolo. I due compagni di lavoro lo hanno subito
assistito e condotto prima al vicino ospedale San Giovanni di
Dio da dove e’ stato disposto il trasferimento nel reparto di
rianimazione del nosocomio di Pozzuoli, dove oggi e’ morto.
Le sue condizioni erano apparse subito gravissime: il ragazzo
aveva riportato una grave frattura al cranio e un’emorragia
cerebrale. Sul fatto indagano gli agenti del commissariato di
Frattamaggiore, diretti dal vice questore Pietropaolo Auriemma,
che stanno cercando di appurare il rispetto delle condizioni di
sicurezza nel cantiere. Subito dopo l’incidente il titolare
dell’azienda nella quale lavorava il sedicenne ed il direttore
dei lavori hanno ricevuto un avviso di garanzia per lesioni
colpose gravissime che ora, automaticamente, si trasformera’ in
omicidio colposo.


07-AGO-06




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INCIDENTI LAVORO: GABRIELE, INACCETTABILE FINE PER UN 16ENNE


”Morire a 16 anni in un cantiere
edile, nel pieno dell’estate, e’ una fine inaccettabile. Il
moltiplicarsi delle morti sul lavoro testimonia una tragica
emergenza e il dramma di Giovanni Ponticelli, deceduto oggi
all’ospedale La Schiana di Pozzuoli, richiama tutte le
istituzioni a fare di questa emergenza una priorita’ sia in
termini di prevenzione che di vigilanza”. Lo afferma
l’assessore campano al Lavoro Corrado Gabriele commentando
l’ultima tragedia avvenuta in un cantiere del Napoletano.
”Di fronte agli incidenti di queste settimane – sostiene
l’assessore – che hanno visto cadere sul lavoro giovani vittime
come Giovanni, siamo sempre piu’ convinti dell’urgenza di
portare l’obbligo scolastico a 18 anni. Le statistiche tracciano
un quadro drammatico, in cui a fine anno i caduti sul lavoro in
Campania potrebbero raggiungere quota 100. Bisogna intervenire
senza attendere altre morti, aumentando da subito il numero
degli ispettori del lavoro”.






Operaio morto, lutto cittadino



di MARCO DI CATERINO

Frattaminore
. «Quella botola maledetta. Si è preso il mio Giovanni». Mette i brividi la voce di Concetta Pompeo, la mamma di Giovanni Ponticelli, il muratore di 16 anni, morto dopo sei giorni di agonia nel reparto di rianimazione dell’ospedale La Schiana di Pozzuoli. La città è sgomenta, il commissario prefettizio, Maria Gabriella Pazzanese, ha dichiarato per oggi il lutto cittadino. La mamma di Giovanni non è uscita più da giorno dell’incidente, nemmeno per recarsi in ospedale. La signora Titina, come affettutuosamente la chiamano, è sotto choc, non vuole più mangiare. Lei dice con un tono che non ammette repliche che lo farà non appena il figlio tornerà a casa. «Mia moglie – racconta Rocco Ponticelli – non ha ancora accettato che Giovanni non è più con noi. E non lo accetterà mai». Magro, piegato dal dolore, il volto cotto segnato da mille rughe attraversate da un pianto silenzioso e dignitoso, il papà di Giovanni stringe decine di mani, e piange a ogni abbraccio di chi attraversa il cortile di via Marconi a Frattaminore, dove abitava il piccolo muratore. Nel cortile inondato dalla luce del sole c’è anche tanta rabbia che Pasquale Ponticelli, il fratello del povero Giovanni non riesce a trattenere. Rosso in volto, l’unico fratello del piccolo muratore morto, sembra un leone in gabbia, mostra il pugno e allontana curiosi e cronisti. «Vi chiedo scusa», mormora Rocco Ponticelli tendendo la mano in un gesto di grande dignità, poi ancora sussurrando le scuse per lo scatto del figlio, sembra più piegato su se stesso e torna ad affrontare le domande della moglie, che lui già sa che non avranno risposte. «Giovannino era un ragazzo splendido, sempre il primo agli allenamenti e l’ultimo ad andar via: un esempio per tutti», racconta Modesto Girardi, presidente della squadra di calcio «La Perla», dove Giovanni era difensore centrale. Via Marconi, sembra una strada di quell’Italia degli anni Sessanta. Tutti si conoscono, tutti entrano nelle case di tutti, tutti aiutano tutti, in un sentimento di comune solidarietà. «Giovanni aveva un cuore d’oro», racconta una vicina. «Quando era libero, correva a fare compagnia a mia zia, costretta a letto per la frattura del femore. E ogni volta che lo chiamavi correva con il sorriso sulle labbra, che ora è spento per sempre». L’autopsia è stata eseguita ieri pomeriggio e oggi, alle 11, nella chiesa di San Maurizio, i funerali di Giovanni.



IL MATTINO 9-8-2006

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