lunedì, Luglio 21, 2025
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«Fratm, tieni ‘na sigaretta?». Dall’omicidio di un innocente alla guida del clan, la fulminea storia criminale di Sibillo

La polizia e la Dda lo avevano incastrato al punto da prevedere, con la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, un lungo periodo di carcerazione una volta catturato. Ma la camorra è arrivata prima della giustizia per Emanuele Sibillo, descritto da due pentiti come un giovane leone di malavita dal grilletto facile.
Era accusato dell’omicidio di Maurizio Lutricuso, un incensurato incrociato per caso all’uscita da una discoteca, e di altri tre fatti di sangue. Tra cui il duplice ferimento di Massimo Esposito ed Emanuele Spirito in piazza Nazionale: in quell’occasione il bersaglio grosso era Luciano Barattolo del clan Mazzarella, sfuggito al piombo del gruppo con il 19enne ammazzato. Con quest’ultimo facevano parte del commando, secondo gli inquirenti, Manuel Brunetti e Vincenzo Costagliola – riporta Il Roma –
Maurizio Lutricuso, un incensurato di Fuorigrotta, fu ammazzato il 10 febbraio 2014 all’esterno di una discoteca a Pozzuoli e per il delitto sono finiti nel mirino degli inquirenti Emanuele e Pasquale Sibillo, Vincenzo Costagliola e un minorenne.
La vittima aveva chiesto sigaretta al gruppetto di amici di Forcella e dei Decumani, ricevendo un rifiuto più che sgarbato. Scoppio` una lite verbale si passò alle mani: Lutricuso, alto e robusto, ebbe la meglio, ma per vendetta il ragazzino prese una pistola egli sparò per ben sette volte, istigato dai più grandi. Yassir Atid, extracomunitario arruolato dalla camorra prima di pentirsi, nell’interrogatorio del 13 gennaio 2014, indicò proprio Emanuele Sibillo come colui che fece scoccare la scintilla della guerra con i Mazzarella. “La faida cominciò perché Emanuele Sibillo, affiliato al gruppo di “o’ Chicco” ossia Manuel Brunetti e dei Giuliano, sparo` insieme a Salvatore Amirante ad Emanuele Catino, un affiliato al gruppo di “Sasà” del Prete legato alla famiglia Mazzarella. Durante la guerra Emanuele Sibillo dormiva a casa di Toni Giuliano. Come vendetta, i Mazzarella gambizzarono Vincenzo Sibillo, padre di Pasquale ed Emanuele”.
Dei fratelli Sibillo ha parlato anche Salvatore Russomagno, ex affiliato ai Mazzarella di Forcella, il 13 maggio 2013. “Lino ed Emanuele Sibillo e “o’Chicco” mi hanno minacciato più volte di morte. La guerra è scoppiata perché Manuel Brunetti, non avendo diviso gli utili derivanti dai parcheggi con i Mazzarella, si recò da “Lino a’caciotta” e si prese 5000 euro e due pistole calibro 9×21 della famiglia Mazzarella. Brunetti si affiancò a Ciro Brunetti, Sasà Amirante, Emanuele e Lino Sibillo, che in origine facevano parte del gruppo Stolder-Ferrauiuolo.
Inoltre, questi soggetti hanno stretto un accordo con i Rinaldi di san Giovanni a Teduccio. Dopo il ferimento di Sasà Del Prete i fratelli Emanuele e Pasquale Sibillo hanno sparato a Emanuele Catino in via Pietro Colletta e successivamente sempre loro hanno sparato a Vittorio Cioffi. In quest’ultimo episodio Cioffi fece retromarcia con la sua auto e fece cadere dalla moto T-Max i fratelli Sibillo, che persero il casco e furono riconosciuti».