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Boss e braccio destro attirati in una trappola, Luigi Ferrara ‘tradito’ dal suo colonnello: svelato il retroscena

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L’obiettivo era quello di conquistare l’intero mercato. Non possono che esserci queste parole per descrivere il sogno di conquista di Domenico D’Andò, il 24enne arrestato ieri insieme al 17enne I.A., con l’accusa di essere l’esecutore materiale del duplice omicidio Ferrara-Rusciano. Un colpo di biliardo per un nome che, ad Afragola e dintorni, conta. Luigi Ferrara, è infatti il fratello di Angelo Ferrara, vecchio sodale del clan Moccia di Afragola, trovato impiccato in una cella del carcere di Carinola pochi anni fa. Faceva parte di quel sottobosco criminale legato ai Franzese di Casoria. Luigi Rusciano era il suo collaboratore. Da molti anni, Ferrara era stato definito dagli inquirenti, un broker delle sigarette. Aveva rapporti con l’estero, e dunque gestiva un fiorente mercato delle sigarette di contrabbando in buona parte dell’area a nord di Napoli. Le sigarette, Ferrara le vendeva anche a Domenico D’Andò e compagni, dove in alcune intercettazioni telefoniche, gli inquirenti della squadra Mobile di Napoli, e coordinati dall’aggiunto Filippo Beatrice, riescono a capire che alla base ci sia un mercato di bionde dai guadagni spaventosi. Proprio quella massa di denaro è stato l’incipit attraverso cui è poi maturato il terribile delitto, una vera e propria carneficina consumatasi in un appartamento di Giugliano.

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