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Quaranta stese e un agguato: i ‘Barbudos’ non ci sono più. La camorra della Sanità è cambiata così

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La delicata attività di indagine, andata in porto grazie a una serie di schiaccianti intercettazioni telefoniche e ambientali, ha consentito di svelare il ruolo apicale ricoperto da Antonio Genidoni e dal suo “cerchio magico”. Uomini e donne di “mala”, i cui tentacoli tra l’estate 2015 e la primavera 2016 si sono allungati senza alcuna pietà sui vicoli della Sanità. Una lotta senza quartiere,quella con i vicini rivali della famiglia Vastarella, che secondo gli inquirenti della Dda avrebbe determinato una terrificante scia di sangue. Ben 36 stese e sette agguati, alcuni dei quali dagli esiti assolutamente tragici: su tutti la morte del giovanissimo Genny Cesarano, ucciso per sbaglio in piazza San Vincenzo il 6 settembre di due anni nel corso di un raid messo a segno dai sicari di Carlo Lo Russo. Non andò meglio neppure a Giuseppe e Filippo Esposito, rispettivamente padre e fratello dell’indagato Emanuele Salvatore, già sospettato di essere l’esecutore materiale della mattanza delle Fontanelle: entrambi estranei alla camorra, il 7 maggio 2016, divennero vittime innocenti della vendetta trasversale firmata a loro volta dai Vastarella.

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