La faida continua e nelle settimane che aprono il 2005 si registra una recrudescenza dell’azione dei Di Lauro che spingono per colpire afffiliati e persone collegate in qualche modo a Gennaro Marino. L’11 dicembre erano ripartiti gli omicidi con l’uccisione di Massimo Marino, cugino di Gennaro, una risposta all’omicidio di una sentinella dei Di Lauro avvenuta qualche ora prima. Quest’ultimo era fratello di Giovanni De Luise organico al gruppo di fuoco del clan Di Lauro. Massimo Marino abitava a Casavatore e da qualche settimana si era trincerato nella sua villetta a due piani: questo perché la faida aveva iniziato a colpire anche i parenti degli affiliati, anche coloro che con la malavita non c’entravano nulla. Il clan Di Lauro provò lo stesso a colpire Marino e vi riuscì: due killer, in sella ad una moto di grossa cilindrata, parcheggiarono il mezzo all’esterno della villa e mentre uno dei killer era intento a scavalcare notò Massimo Marino in giardino in compagnia della moglie e della sorella. Fu così facile per il killer sfruttare quel momento di distrazione di Marino, puntare alla testa e alla schiena e fare fuoco. Pochi giorni dopo un altro colpo al cuore per ‘McKay’: i killerlo attendono in via Limitone di Arzano mentre rincasa. I Di Lauro sanno che Crescenzo Marino, a differenza dei familiari, ha rifiutato la protezione e il trasferimento in una località protetta. Non gli danno neanche il tempo di scendere dall’auto e lo ammazzano. La famiglia Marino in questa fase era stata colpita da ogni sorta di ‘avvertimento’: i Di Lauro avevano incendiato i tre negozi intitolati a Roberto Manganiello, nipote dei Marino (e successivamente tirato in ballo da diverse inchieste giudiziarie come facente parte del commando autore del duplice omicidio Montanino-Salierno) i quali di fatto ne gestivano le attività. Nel giro di 24 ore, fra il 28 e il 29 novembre erano state distrutte dal fuoco la panetteria in corso Secondigliano, la cornetteria in via Galielo Galieli e, successivamente, una pizzeria (in zona Perrone). Successivamente il fratello del titolare Roberto, Marco Manganiello, fu ferito da un colpo di arma da fuoco vicino ad una tabaccheria in via Cassano. Poche ore dopo l’omicidio del 70enne a Casavatore la risposta del gruppo delle case celesti non si fa attendere e scatta il secondo omicidio. Muore davanti a un bar di via San Pietro Salvatore Barra, 38 anni, pregiudicato ritenuto vicino a Di Lauro. Si tratta della vittima numero 43 della faida. Sempre più una mattanza.