E’ mistero a Giugliano sulla scomparsa di Battista Riccio, 36enne di Giugliano. Il giovane ha fatto perdere le proprie tracce da venerdì scorso, quando è stato visto a Giugliano. Poi l’improvvisa scomparsa. La moglie, preoccupata perchè non l’ha visto tornare a casa, ha presentato denuncia ai carabinieri di Giugliano che stanno passando al setaccio l’intera area giuglianese e non solo. Al vaglio anche le immagini delle telecamere della città.
Riccio è un personaggio noto alle cronache locali. Vanta diversi precedenti, tra cui rapina ed armi. Fu arrestato e condannato per una
serie di rapine commesse in provincia di Napoli e a Potenza. A suo carico anche un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte di Appello di Potenza per 5 anni e 4 mesi mesi in quanto riconosciuto colpevole di rapina in concorso. Riccio, già all’età di 16 anni, venne arrestato per una rapina aggravata.
Tre anni dopo fu arrestato nuovamente per una rapina aggravata ai danni di u esercizio commerciale di Villaricca. Nel 2004 fu colpito da un’ordinanza di custodia cautelare insieme al altre tre persone che si resero responsabili di una tentata rapina ai danni di un negozio di Aversa, nella circostanza si rese irreperibile al provvedimento. Nel mese di ottobre del 2007, Riccio fu arrestato per il reato di detenzione illegale di munizioni da guerra Nel mese di maggio del 2008 fu tratto in arresto dalla Questura di Potenza i quanto insieme ad altri con volto travisato da occhiali e parrucche e armati di taglierino fu rapinata una banca; nella circostanza portarono via la somma di 20mila euro e l’arma in dotazione alla Guardia Giurata.
Insomma un curriculum di tutto rispetto quello di Riccio che pare negli ultimi tempi aver preso posizione all’interno di una delle due fazioni in guerra a Giugliano, quella storica dei Mallardo e l’ala Scissionista. Gli inquirenti non escludono nulla. Né l’allontanamento volontario né un possibile caso di lupara bianca. Un metodo, quest’ultimo, già utilizzato dal clan di Giugliano per far scomparire i corpi di rivali senza lasciare tracce. L’ultimo caso è quello di Michele Di Biase, alias Paparella, di cui si sono perse le tracce dall’ottobre 2015 quando la sua auto macchiata di sangue fu ritrovata nella zona Vasto a Napoli.