Il sindaco di Grumo Nevano, Pietro Chiacchio, corre ai ripari in seguito alla misura interdittiva della sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio per tre mesi emesso il 25 settembre 2017 dal tribunale di Napoli Nord a carico di Pasquale Miele. “Per garantire la continuità nell’attività del 6° Settore Tecnico, per il suddetto periodo di sospensione dell’Arch. Pasquale Miele, si è reso necessario individuare un dipendente che possa assumere i poteri gestionali spettanti al Responsabile di Settore.
Pertanto in data odierna – ha affermato il primo cittadino – ho provveduto a nominare l’Ing. Salvatore Flagiello, già Responsabile del 4° Settore Tecnico, titolare di posizione organizzativa, quale Responsabile anche del 6° Settore Tecnico a tutto il 31 dicembre 2017, unitamente alla responsabilità di parte delle competenze del Servizio Ecologia, Ambiente e Territorio.
Come primo Cittadino resto fiducioso nell’operato della magistratura e mi auguro
che la vicenda venga chiarita in tempi brevi, allo stesso tempo però, esprimo la mia solidarietà umana all’Arch. Pasquale Miele dipendente dell’ente, auspicando che possa far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune.
Comunico inoltre che come da regolamento, si è resa necessaria l’apertura di un procedimento disciplinare a carico del dipendente comunale, Arch. Miele Pasquale per i fatti sopra esposti.
Ho applicato il regolamento nominando quale componente dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari di questo ente l’Ing. Salvatore Flagiello”.
L’indagine si è sviluppata partendo dal sequestro, eseguito nel mese di marzo, di un opificio tessile in Grumo Nevano. Il manufatto, infatti, appariva privo di autorizzazioni e dei requisiti tecnici per i locali dove l’attività veniva svolta. Tra la relativa documentazione, risultava anche il certificato di agibilità che, però, veniva consegnato in copia alla PG procedente nei giorni successivi al sequestro. L’opificio in oggetto risultava, inoltre, gestito da una persona identificata come nipote del responsabile dell’ufficio tecnico nonché consigliere comunale presso il Comune di Grumo Nevano. Secondo l’ipotesi accusatoria
avvalorata dal GIP, è risultato che tale documento, prodotto dalla parte, pur proveniente dai preposti uffici comunali, era totalmente falso e costruito ad arte. Infatti, in esso venivano riportati, su un format effettivamente in uso all’ufficio e con l’apposizione del timbro originale, dati riferibili ad altre pratiche in essere presso l’ufficio tecnico comunale, ed avente, altresì, una firma apposta in calce al certificato disconosciuta dall’allora responsabile pro tempore. Sulla base della ricostruzione accusatoria, pienamente accolta dal GIP, il certificato di agibilità sarebbe stato consegnato dall’ufficio tecnico del Comune e poi alterato nei dati relativi all’opificio posto in sequestro.