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«A Secondigliano cumannene i Di Lauro». Le urla del killer dopo l’agguato, ma uccise la persona sbagliata

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Il pentito Enzo Lombardi del clan Di Lauro ha parlato durante il processo sulla morte innocente di Attilio Romanò su come avvenne l’agguato. Le sue dichiarazioni sono state riportate nella trasmissione ‘Un giorno in Pretura’ andato in onda sabato scorso su Rai 3, Lombardi racconta che gli affiliati incaricati per commettere il delitto si incontrarono prima al circolo. A morire doveva essere il nipote di Rosario Pariante, che aveva un negozio al corso di Secondigliano. “Buono arrivò sul posto, prese le armi entrò nel negozio e sparò. Quando esce dal negozio, torna indietro risale dal motorino e prima di andare via urla che a Secondigliano comandano i Di Lauro. Poi ho scoperto solo alle sette di sera che avevamo sbagliato vittima, Buono era molto arrabbiato con Maisto

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perchè gli indicò la persona sbagliata. Io andai ad Afragola a casa di mia suocera dove mi nascosi per circa una settimana. ” . Attilio Romanò, 29 anni, non doveva morire. L’obiettivo dei killer era il suo socio, nipote di Rosario Pariante affiliato degli Scissionisti.

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