venerdì, Luglio 18, 2025
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Omicidio Cimminiello, Notturno scagiona Aprea:«Il killer è Ciro Abrunzo ‘o cines, puntò al petto e non alle gambe»

E’ un fiume in piena Gennaro Notturno: al centro delle sue dichiarazioni agli inquirenti anche l’assassinio di Gianluca Cimminiello, il tatuatore ucciso a Casavatore il 2 febbraio del 2010 in se-guito a una lite avuta con Vincenzo Noviello, nipote del capoclan Cesare Pagano: «Vincenzo Russo era sulla scena del delitto, fu lui ad attirare il tatuatore fuori dal negozio, ma a sparare è stato Ciro Abrunzo». L’altro uomo accusato di aver fatto parte del commando,il ras Raffaele Aprea, sarebbe estraneo alla vicenda. Una ricostruzione dei fatti inedita, che finisce però per scontrarsi su un ostacolo invalicabile. Il sicario tirato in ballo dal collaboratore di giustizia è stato a sua volta ammazzato in un duplice agguato messo a segno a Barra nel 2012.La sua difesa nessuno potrà mai sentirla.

Ecco uno stralcio delle dichiarazioni di Notturno riprese dal Roma:«Il killer non è Raffaele Aprea». Dichiarazioni che devono essere attentamente vagliate. A fronte di un quadro che fino ad oggi è apparso pressoché cristal-lizato, il nuovo retroscena svelato dal pentito Gennaro Notturno rischia però di sparigliare, almeno in parte, le carte in tavola. Con la doverosa premessa che tutte le persone tirate in ballo sono da ritenere estranee ai fatti fino a prova contraria, ecco quanto rivelato dall’ex boss alla Dda: «Di questo omicidio ho parlato con Vincenzo Russo, che ho conosciuto all’inizio del 2017 nel carcere di Secondigliano mentre stava facendo il processo d’appello. Lui si professava innocente». Chiarita la fonte delle sue informazioni, Notturno entra quindi nei dettagli: «C’entrava più che altro mio cugino Arcangelo Abete. C’era stata una discussione tra il tatuatore e il nipote di CesarePagano. Russo mi disse che era stato chiamato da Abete (in quel periodo ristretto agli arresti domiciliari a Milano, ndr) e andò a trovarlo insieme a Ciro Abrunzo.Si decise quindi che lui e Abrunzo dovevano dare questa lezione al tatuatore. Mi disse che si recarono a Casavatore, lui entrò(nel negozio, ndr) per farlo uscire e Abrunzo doveva sparare alle gambe, mentre invece poi alzò la mano, come mi ha raccontato, e ha puntato al petto. Poi non mi ha detto altro, si è soltanto lamentato del fatto che la famiglia Abete, dopo l’arresto di mio cugino, non gli faceva più percepire lo “stipendio”». Uno scenario inedito, che se per “”o luongo” sposta ben poco dal punto di vista processuale, confermandone comunque il coinvolgimento nel delitto, finisce però per tirar fuori dalla scena l’altro presunto killer, Raffaele Aprea, anch’egli cugino di Notturno, oltre che cognato di Abrunzo.