Le ha legate prima ad una ringhiera e poi ha abusato di loro. Così Mario Seferovic, alias Alessio il Sinto, ha adescato una 14enne di Roma per poi violentarla, lo scorso 10 maggio, insieme all’amica in campo sulla Collatina. Il ragazzo 21enne di origine rom, ma nato a Napoli, con precedenti per reati contro il patrimonio, si è avvalso dell’aiuto di un amico 20enne incensurato che avrebbe fatto da “palo” durante lo stupro.
Sui social «Odio tutti» e tante foto come quelle di qualsiasi ragazzo della sua età: selfie, scatti allo specchio, video dei pomeriggi con gli amici in giro per Roma, e tatuaggi in bella mostra. L’incubo delle due 14enni adescate su Facebook è finito quando una delle due ha deciso di parlare e denunciare il tutto. Le giovani avevano paura, perchè dopo lo stupro, commesso materialmente da Seferovic, le due amiche sono state minacciate di morte. Poi una delle due ha vuotato il sacco ed ha indicato la foto sul profilo Facebook, i Carabinieri della Stazione di
Roma Tor Sapienza, hanno così identificato i due e portati nel carcere di Rebibbia. L’accusa è di “violenza sessuale di gruppo continuata” e “sequestro di persona continuato in concorso”.
