Napoli, a 10 anni da quella tragica domenica mattina dell’11 novembre 2007, ricorda Gabriele Sandri, sostenitore laziale 26enne, ucciso da un colpo di pistola in un autogrill di Arezzo. Il proiettile esploso da Luigi Spaccarotella, agente della Polstrada, non gli ha lasciato scampo. Ieri diverse strade di Napoli erano tappezzate di manifesti con la foto del dj romano. Da piazza Carlo III al Museo per tutta via Cavour, piazza Municipio, decine e decine di locandine per l’ultras mai dimenticato e che, a detta della famiglia, ancora non ha trovato giustizia.
Spaccarotellaha ottenuto la semilibertà proprio pochi giorni fa. Era stato condannato a 9 anni e 8 mesi ed era entrato in carcere nel febbraio del 2012 dopo la sentenza definitiva della Cassazione. Cinque anni più tardi potrà lasciare il carcere nelle ore diurne. La famiglia racconta che aspetta ancora le scuse dell’agente, anche se «a me non si deve chiedere scusa come se mi avessero pestato un piede – sottolinea il fratello Cristiano -. Il discorso è più complesso e intimo. Si parla di un percorso di pentimento che non c’è mai stato, di una presa di coscienza del gesto che si è compiuto, di quello che ha causato oltre l’uccisione di un ragazzo di 26 anni».