venerdì, Luglio 18, 2025
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Testata al giornalista per non fare ‘brutta figura’ con la sua gente, Roberto Spada voleva affermare la sua forza

L’aggressione brutale messa in atto da Roberto Spada in un luogo pubblico, davanti a telecamere e testimoni, voleva riaffermare la propria forza e capacità di intimidazione. E’ questo, sostanzialmente, il ragionamento seguito dal gip di Roma nell’ordinanza di custodia con cui ha riconosciuto l’aggravante mafiosa ribadendo il carcere nei confronti di Spada. Un modus operandi, per il giudice, con cui Spada ha voluto ribadire il proprio potere in un territorio caratterizzato da uno stato di assoggettamento e da una garanzia di impunita’. Secondo la ricostruzione del Pm, confermata dal Gip, Spada non aveva avuto la capacità di esprimere concetti “seri e sostenibili secondo criteri di ordinaria intelligenza” che potessero replicare alle domande incalzanti del cronista della Rai. Una “sconfitta inaccettabile” per un “capo”, nel suo territorio, sfidato e – in qualche modo – ridicolizzato da uno sconosciuto di fronte a persone che avrebbero dovuto avere timore di lui. E’ per questo motivo che avrebbe aggredito la troupe Rai in quella maniera: per riaffermare il suo “potere criminale”, sfruttando lo “stato

di assoggettamento in cui versa la popolazione di quel territorio” e la “garanzia di impunità che deriva dalla loro omertà”. Un “agire delittuoso” che “rafforza” questo potere “dandone prova di esistenza ed efficacia”