venerdì, Luglio 18, 2025
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Lo scontro sulle agenzie immobiliari tra i cugini Mallardo, i Liccardo furono convocati da Feliciano

Parlavano di affari, di speculazioni da portare a termine sia a Giugliano che in Toscana grazie ai soldi derivanti dalle attività illecite, di milioni di euro destinati alla costruzione di parchi ed acquisto di terreni.
Il rapporto tra il boss Francesco Mallardo ed il cognato Antimo Liccardo, entrambi destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, era molto stretto. Diverse intercettazioni sono state captate dagli inquirenti tra i due, nelle quali si parla di investimenti. In particolare l’attenzione del boss è per alcuni parchi in zona Colonne e in Toscana. Liccardo, dipendente comunale, tiene informato il boss Mallardo nella sua casa di Sulmona in libertà vigilata di tutto ciò che succede nell’ufficio tecnico. Addirittura si parla di un episodio in cui Antimo Liccardo avrebbe preso a schiaffi un altro dipendente comunale.

In un’intercettazione registrata nell’ottobre 2014 Liccardo, alla presenza di Anna Aieta, ricostruisce i guadagni ottenuti dagli investimenti dei capitali del clan e discorrevano di somme di denaro date in prestito o in custodia a terzi da recuperare ai fini delle speculazioni edilizie da realizzare e dei soggetti da scegliere come prestanomi, delle percentuali destinate a ciascuno e dei metodi da utilizzare – anche violenti – per costringerli a collaborare.

Nell’ordinanza emergono anche contrasti, in particolare quelli tra i Liccardo ed il gruppo di Feliciano Mallardo. A raccontarli è il collaboratore di giustizia Pirozzi: “La società Prestige immobiliare è stata aperta per dispetto in quanto Feliciano Mallardo non voleva che ci fosse concorrenza con l’agenzia di suo cognato Mauro Moraca, la Ma.Ca. Immobiliare. Si trattò di una vera e prova di forza tra Antimo Liccardo e Feliciano che vide anche la convocazione dei due Liccardo. Feliciano chiese il motivo della creazione dell’agenzia immobiliare e che gli avevano mancato di rispetto. I due si giustificarono dicendo che in realtà non si trattava di un’attività di grosso spessore economico ma complementare a quella principale che era rappresentata da gestioni condominiali, istruzioni per pratiche di accesso mutui. Inoltre essi si impegnarono a non espandersi sul mercato immobiliare ma limitarsi a gestire compravendite o affitti nei parchi controllati direttamente da loro”. Il pentito sottolinea anche come “le società immobiliari abbiano un ruolo fondamentale nell’economia del clan Mallardo in quanto permettevano di tenere sotto controllo il territorio controllandone il mercato immobiliare