Appariva scontata la conferma da parte della Corte di Cassazione della penale
responsabilità del pregiudicato beneventano Nicola Fallarino per il delitto di
detenzione e di cessione di un consistente quantitativo di crak ed eroina pari a ben
311 grammi di stupefacente.
Le prove a carico dell’accusato sembravano schiaccianti ed erano
rappresentate da plurimi servizi di osservazione, controllo e pedinamento, attività
investigativa sfociata nel fruttuoso sequestro della droga pure divisa in larga parte
in dosi oltre al sequestro di un bilancino di precisione.
Il sequestro fu effettuato in Benevento il 24.10.14, con contestuale conduzione
del Fallarino presso la locale casa circondariale.
La condotta che gli inquirenti attribuivano a Fallarino era aggravata da due
preoccupanti circostanze : quella di averlo commesso allorquando costui era agli
arresti domiciliari e quella dell’essere un soggetto già due volte definitivamente
condannato per droga, oltre ad aver a carico anche altri procedimenti penali
pendenti specifici.
In primo grado Fallarino fu condannato dal Gup presso il Tribunale di
Benevento – dott. Melone – ad anni sei e mesi otto di reclusione, pena già mite alla
luce del notevole quantitativo di droga, ma pena che, in data 22.04.16, dalla
Corte di appello di Napoli – V sezione – fu ulteriormente ridotta ad anni cinque e
mesi quattro all’esito della esclusione dell’aumento per la recidiva grazie ad un
cavillo giuridico introdotto dalla difesa.
Ma ora il castello accusatorio ha ricevuto una significativa battuta di arresto.
La sesta sezione della Suprema Corte, presieduta dal dott. Ippolito, nonostante
il Procuratore Generale avesse concluso per il rigetto del ricorso, ha annullato in
toto la sentenza di condanna, condividendo in pieno l’articolato ricorso a firma
degli avvocati Dario Vannetiello e Vincenzo Sguera.
La conseguenza è che il processo è completamente da rifare innanzi ad altra
sezione della Corte di appello di Napoli.
Nel futuro giudizio i giudici partenopei si dovranno attenere alle indicazioni ed
ai principi di diritto che la Corte di cassazione indicherà nella motivazione della
sentenza che di qui a qualche mese sarà resa nota.
Seppur l’esito finale del processo è ancora incerto e tutto può accadere,
all’esito del successo della difesa innanzi ai giudici di legittimità indubbiamente
si riapre la possibilità per Nicola Fallarino di lasciare le patrie galere.