All’indomani della morte del ‘Capo dei Capi’, Toto Riina a parlare sono le vittime della mafia Corleonese. Stiamo parlando di Maria Falcone, sorella del giudice Falcone, e Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Alberto Dalla Chiesa. Entrambe vittime della violenza crudele di Riina che attraverso attentati “diabolici” causò la morte del giudice e del generale. Maria Falcone ha dichiarato: “Non gioisco per la sua morte, ma non posso perdonarlo. Come mi insegna la mia religione avrei potuto concedergli il perdono se si fosse pentito, ma da lui nessun segno di redenzione è mai arrivato. Per quello che è stato il suo percorso mi pare evidente che non abbia mai mostrato segni di pentimento”, ha proseguito la sorella di Giovani Falcone. “Basta ricordare le recenti intercettazioni in cui gioiva della morte di Giovanni Falcone, ha concluso Maria Falcone riferendosi alle conversazioni registrate
in carcere tra Riina e un compagno di detenzione in cui il capomafia rideva ricordando di aver fatto fare al magistrato “la fine del tonno”. Pensiero condiviso da Rita Dalla Chiesa che ha aggiunto: “Sto parlando sull’onda dell’emozione perché c’è emozione, ma devo dire che questa non è una morte consolatoria”, ha dichiarato infatti la conduttrice, aggiungendo: “La sua morte è arrivata a 87 anni mentre gli uomini dello Stato che ha ucciso erano tutti uomini che nella loro vita non hanno potuto proseguire nei loro affetti, nei loro interessi, nello stare vicini a mogli, figli e nipoti”. “La prima cosa che mi è venuta in mente è che quest’uomo ha costruito un potere che non gli servirà più. Il mio dolore è banale da descrivere, ma è lo stesso che hanno provato i Falcone, i Borsellino, è lo stesso che ha provato Rosaria (moglie dell’agente di scorta Vito Schifani ndr) quando in chiesa diceva ‘non cambiano’, e aveva ragione, ogni volta che io vedo quelle lacrime piango”.