Torna in carcere, con l’accusa di estorsione aggravata dal vincolo mafioso, il presunto ras del malaffare cittadino Antonio Maldarelli, 56 anni, meglio noto con il soprannome di “Lillino”, ritenuto dagli investigatori un elemento organico ai Moccia di Afragola. Il pluripregiudicato è stato catturato per fatti risalenti ad oltre due anni fa, ossia per un tentativo di estorsione in danno di un’impresa edile del luogo. Insieme a “Lillino” sono finiti in cella il 53 enne Tommaso Paribello ed il 37 enne Gaetano Tirino, entrambi di Afragola. Tommaso Paribello è stato rintracciato nel basso Lazio, mentre si trovava presso una clinica veterinaria.
Come riportato sul Roma l’attività investigativa che ha portato in cella i tre è partita nel set-tembre del 2015, sulla scorta della denuncia della vittima, che resasi conto di essere nel mirino del cartello criminale capeggiato da“Lillino”, rompendo il muro dell’omertà, denunciò i fatti ai carabinieri della compagnia di Caso-ria, i quali avviarono le indagini riuscendo a mettere a fuoco una serie di estorsioni che comunque ed in ogni modo, le vittime non hanno voluto denunciare. Il modus operandi del cartello cri-minale facente capo a Maldarelli è sempre lo stesso, ovvero quel-lo classico. La vicenda parte nel settembre del 2015, quando due uomini, a bordo di uno scooter –era un Beverly in uso a Tommaso Paribello – fiondarono in un cantiere edile di Casoria, inti-mando ad uno degli operai di riferire “Al mast che si sarebbe dovuto mettere a posto con gli ami-ci di Casoria”. Un invito chiaro ed inequivocabile, che non ebbe l’effetto sperato perché “il mast”,ovvero il titolare dell’impresa,con estremo coraggio corse a denunciare l’accaduto, fornendo agli investigatori tutti gli elementi per rintracciare gli estorsori che riuscì finanche ad “immortalare”con il suo cellulare, gli estorsori subito dopo che avevano lasciato il cantiere edile teatro del tentativo di estorsione.