Il consigliere comunale di Dema Giuseppe Italia ha scritto al prefetto di Napoli dopo l’ennesima bomba che ha distrutto due negozi: ”
Questa notte, verso le ore 02,20, tutto il paese ha sentito e subito la deflagrazione di tre ordigni che hanno distrutto due attività, un bar ed una merceria.
Nella sera di sabato scorso, tra l’altro, in casa di mia madre sono entrati i ladri, che ci hanno portato via praticamente ogni oggetto di valore.
Sant’Antimo, come più volte Le ho segnalato con diverse missive, anche durante la campagna elettorale, nel silenzio totale della politica, sta subendo una violenza continua.
Non occorre più considerare il problema con la solita superficialità, poichè queste azioni hanno una ciclica distanza di tre o quattro mesi, ossia ogni qualvolta che l’attenzione cala, che la popolazione dimentichi, che lo Stato sia impegnato a fare altro, tornano alla ribalta azioni degne dei peggiori scenari di guerra.
Certamente mi si potrà dire che questa è una provincia con una marea infinita di problemi, ma Sant’Antimo è sempre stato un paese tendenzialmente tranquillo perchè comunque controllato anche dall’antistato.
Adesso che ci sono spazi aperti, noi, gli uomini di Stato, dovremmo capire che è il momento di conquistare ogni angolo di democrazia e giustizia, per estirpare come la malerba certi interessi, certi sistemi.
Sua Eccellenza, consideri seriamente di far girare l’esercito per le nostre strade, anche e sopratutto di notte, di far entrare in ogni vico, via, strada, la presenza dello Stato.
Sua Eccellenza, faccia di tutto per potenziare gli attuali strumenti che abbiamo. Le forze dell’ordine nostre meritano rispetto ma soprattutto aiuto. Il loro lavoro resta vano se non facciamo in modo di poterli aiutare. Basti pensare che la popolazione è talmente terrorizzata e culturalmente avvezza all’omertà, che il nostro cancro non lo estirperemo mai se non diamo segnali forti ed una sensazione di sicurezza che ormai diamo per definitivamente estinta.
Spero che questa volta, le parole di questo consigliere, di questo avvocato, di questo lavoratore, di questo giovane, ma soprattutto di questo cittadino, possano servire da impulso per qualcosa di più grande, di più importante.
Lo Stato diventi padrone di Sant’Antimo, questo è il momento”.